20/10/2006 – Un sacco triste

Per Carlo Verdone i giovani vivono una "anestesia culturale"

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"Dobbiamo porre rimedio, attraverso l'educazione, a questa anestesia culturale che è stata imposta ai giovani del nostro Paese". In occasione dell'apertura della Festa di Roma, Carlo Verdone traccia, sul Giornale dello Spettacolo, un bilancio sullo stato dell'industria cinematografica e della cultura in Italia. "Nel nostro paese – spiega Verdone – si vive una sorta di diseducazione nei confronti di un prodotto cinematografico non legato alla commedia. Un cinema più profondo e colto è difficile che abbia un vero grande successo. Il pubblico giovane non è educato a riflettere e a pensare, ma solo a "tifare", "salvare", "espellere" i personaggi dei reality show. A un pubblico del genere non va di pensare". Per rimediare a questa situazione, secondo il regista occorrerebbe "portare il cinema nei licei e nelle scuole superiori. Io e alcuni miei colleghi ci siamo impegnati affinché ogni trimestre dei film importanti per la storia del nostro cinema vengano visti e commentati insieme agli studenti per metterli nelle condizioni di fare un'analisi critica. E' il germe per lo sviluppo di una nuova coscienza critica".

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Per quanto riguarda la situazione della cinematografia italiana, secondo Verdone "c'è troppo pressappochismo. Purtroppo l'industria non è né seria, né compatta e per il momento c'è poco da sperare. Quello che possiamo fare è rimboccarci le maniche dal punto di vista qualitativo. Dobbiamo guardare all'Europa, pensare a tematiche internazionali in cui tutti possano riconoscersi affrontando con coraggio, ma anche con leggerezza e serietà, i grandi temi della società di oggi. Senza togliere nulla al bellissimo film di Emanuele Crialese che rappresenta un'eccezione e che si merita il successo che ha avuto, rabbrividisco quando, in genere, mi accorgo che la maggior parte dei nostri film visti all'estero sono in costume, infarciti di dialetto, di valigie di cartone con lo spago, di abiti trasandati, espressione obsoleta di un'Italia meridionale che non vorrei vedere rappresentata più in questa maniera". Anche la politica secondo Verdone ha le sue colpe: "nessun governo ha fatto una politica veramente seria per il cinema". Occorre quindi, secondo il regista, una rivoluzione culturale "sostenuta dalle istituzioni, dal governo e dai media che, pur sapendo fare bene informazione, sono rovinati dalla smania del sensazionalismo che uccide la riflessione. Ci vuole anche un'etica alta da parte di chi ci governa. Altrimenti questi ragazzi da chi prenderanno esempio?".

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