"Per capire il presente bisogna studiare il passato." Incontro con Renzo Martinelli.
Con "Il mercante di pietre", il regista affronta il tema del terrorismo internazionale, liberamente ispirato al romanzo di Corrado Calabrò “Ricorda di dimenticarla”.
Il film tratta un argomento attuale, quello del terrorismo internazionale, una realtà che mette quotidianamente paura:
Il mio film racconta una vicenda di oggi, che potrebbe accadere ad ognuno di noi. Si ispira a una precisa strategia del terrorismo, la strategia della colomba: si seducono delle donne per poi usarle come insospettabili vettori di bombe. Uscendo dalla sala ci si deve chiedere se non sia giunto il momento di interrogarci. Si deve capire che ognuno di noi è un potenziale bersaglio.
Nel corso del film si ripete spesso che l'occidente in qualche modo ha le sue responsabilità verso la realtà musulmana:
Per capire il presente bisogna studiare il passato. Tornando indietro nella storia dell'Islam l'11 settembre si presenta per la prima volta nel 1683, quando a Vienna il mondo musulmano subisce una grande sconfitta. L'occidente viene subito dipinto come il grande Satana. Ed è solo con Komeini che riprende la salita del mondo musulmano. L'occidente ha sicuramente le sue responsabilità ma non è la causa. L'ingresso dell'occidente nei meccanismi musulmani ha provocato in loro gli atti terroristici.
Quindi il messaggio del film è che la storia prima o poi presenta il conto…
Si sono presentate sicuramente delle difficoltà nell'affrontare questo tema durante la stesura della sceneggiatura e poi nella realizzazione delle scene?
Per più di due anni ho svolto ricerche e letture per poter realizzare il film. Mi hanno seguito nel corso dei lavori due musulmani islamici, hanno preso la sceneggiatura ed hanno cambiato intere pagine. Un incredibile lavoro di setaccio, ma l'opera richiedeva una grande coscienza. Molte scene sono state totalmente cancellate perché ritenute troppo offensive verso il mondo musulmano.La sceneggiatura è stata riscritta sei volte.
E' anche chiaro nel film che l'amore rappresenta sempre la via della salvezza:
La sequenza della danza dei Dervisci è stata curata in maniera particolare: è la rappresentazione dell'amore universale. Nel film ci sono molti messaggi d'amore, soprattutto l'amore che sorprende come in un agguato. Attraverso la mia storia dò degli stimoli, mi sforzo ogni volta con i miei film di fare delle riletture. Dio è amore non può essere distruzione.
Non teme conseguenze e reazioni da parte degli integralisti?
Minacce ne ricevo sin dal mio film su Aldo Moro. La mia coscienza è tranquilla, non ho fatto con il film un attacco all'Islam, ho solo parlato del malessere di questa civiltà.