7/10/2002 – Ken Loach invita a violare la legge

“Sweet Sixteen” ha avuto il divieto agli under 18

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Ken Loach incoraggia i giovani inglesi a violare la legge, andando a vedere il suo film Sweet Sixteeen, che il British Board of Film Classification's – la commissione "censoria" inglese, che assegna gli eventuali divieti alla visione – ha punito con la proibizione ai minori di 18 anni, a causa del "linguaggio scurrile" utilizzato. Come riportato dal Daily Telegraph, Loach ha contestato la decisione, a suo giudizio ingiustificata: "Mi chiedo quale messaggio il British Board invii in questa maniera alle persone che hanno partecipato al film, comunicandogli che il loro lavoro è giudicato alla stessa stregua dei film dei pornografi". Il film, che – ricordiamo – ha vinto a Cannes il premio per la migliore sceneggiatura, narra le vicende di un ragazzino inserito nel sottobosco culturale della periferia di Glasgow, e dei suoi coinvolgimenti nella vita criminale locale e nella cultura della droga, mentre si prepara all'uscita di prigione della madre eroinomane.
Un portavoce del British Board of Film Classification's ha riferito che la decisione della Commissione è stata giustificata dall'utilizzo, per più di 200 volte, di "una parola volgare di quattro lettere (n.d.r.: la parola in questione è "cunt", che possiamo tradurre in italiano con "fica") che – secondo una ricerca – è sì accettata dalla maggior parte delle persone come un vocabolo entrato ormai nell'uso comune, ma che dalla stessa maggioranza non viene accettata durante la proiezione di un film". Paul Laverty, sceneggiatore del film, ha dichiarato "Quindi, va bene assegnare a Black Hawk Down il divieto fino ai 15 anni, nonostante i suoi corpi massacrati e dilaniati e il suo razzismo virulento, ma noi ci becchiamo il divieto ai 18 per l'uso di una parolaccia".
La decisione delle autorità inglesi segue di qualche giorno la polemica di Loach nei confronti dell'industria cinematografica interna, che non promuove a sufficienza i titoli di casa propria ma è sempre pronta a gesti di riverenza nei confronti delle pellicole che provengono dagli USA: '"In Inghilterra", aveva dichiarato alla stampa Loach, "si vive una sorta di servilismo nei confronti di qualsiasi cosa arrivi dagli Stati Uniti, e questo che si tratti di Blair, di politica o di un film''.

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