Pluto, di Renzo Carbonera

Un efficace viaggio introspettivo nella mente di un ex veterano affetto da stress post-traumatico e ossessionato dalla bomba atomica. Ottima la prova di Andrea Pennacchi.

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Un uomo trova rifugio tra le montagne, in mezzo ad alcuni resti delle varie guerre mondiali combattute nell’ultimo secolo. Entrando a piccoli passi nella sua vita, e nel suo passato, scendiamo in una spirale di ricordi, suggestioni, realtà e follia. Franco “Chief” Carling ha servito in missioni militari in tutto il mondo, è stato ferito in un incidente e ha perso gli affetti più cari a causa del lavoro, che lo ha portato in numerose basi americane in Italia e in Europa, sempre in compagnia della bomba. Dovrebbe essersi ritirato ma la sua missione sembra non finire mai. Dalla fine della Guerra Fredda i suoi punti di riferimento sono venuti a mancare, il nemico non è più così facile da individuare e il rischio atomico si fa sempre più temibile e probabile. Adesso la bomba è diventata la sua ossessione, il suo tormento e la sua unica ragione di vita.

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Dopo Resina e Takeaway, Renzo Carbonera dirige un film apocalittico con protagonista Andrea Pennacchi. Il tema principale è la bomba atomica, o perlomeno la minaccia della bomba, già dichiarato nel sottotitolo del film (Pluto Or: How I Learned NOT to Stop Worrying and NOT to Love the Bomb) che richiama deliberatamente Il dottor Stranamore di Stanley Kubrick. Il veterano dell’esercito americano protagonista è un uomo completamente solo e abbandonato che vaga in maniera indecifrabile tra le macerie della civiltà che abbiamo conosciuto. Ciò che vediamo è una combinazione confusa della sua quotidianità con alcuni filmati di archivio riferiti a un’ecatombe nucleare e alcune guerre del passato, o forse del futuro. Non è semplice comprendere se quello che ci viene mostrato sono solo immagini evocative oppure ricordi effettivi di una mente ormai deteriorata e persa nella sua folle paranoia. Carbonera ci impedisce di proposito di collocare la vicenda e lo stesso protagonista in un contesto troppo definito, l’obiettivo è quello di raccontare una storia universale non un semplice racconto bellico.

Pluto è il viaggio nella mente di un ex soldato che soffre di stress post-traumatico (PTSD), tema che ha ispirato numerosi grandi film della storia del cinema, come Taxi Driver, Il cacciatore e Nato il quattro luglio. In questo caso però la memoria e i ricordi degli orrori della guerra sono innestati nello stesso film in maniera organica, senza una messa in scena particolarmente elaborata. Ciò che resta è la minaccia e il pericolo che la storia possa ripetersi ancora una volta, per questo lotta Chief Carling, per questo ancora non si dà pace. Pluto è un’opera riflessiva che scorre lentamente e per questo motivo potrebbe non essere apprezzata facilmente dal pubblico, ma in realtà è proprio il suo ritmo a renderla davvero interessante ed efficace.

Regia: Renzo Carbonera
Interpreti: Andrea Pennacchi, Sara Lazzaro
Distribuzione: OpenDDB
Durata: 75′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.4
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Il voto dei lettori
3.17 (6 voti)

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