Anonymous Animals, di Baptiste Rouveure

Il film di Baptiste Rouveure è un divertissemént che prosegue la scia dell’horror francese contemporaneo, con un capovolgimento dei ruoli inaspettato. Dal festival Oltre lo specchio in corso online

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Anonymous Animals è l’opera d’esordio del cineasta francese Baptiste Rouveure che, dopo essere passato in anteprima al Festival di Sitges in Catalogna, arriva in Italia all’evento Oltre lo Specchio. Un festival dedicato al cinema fantastico che si sta svolgendo online in questo periodo.

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Anonymous Animals è un survival movie che ribalta la concezione tradizionale per tentare di uscire fuori dagli schemi classici. Non si parla di sette o famiglie che rapiscono e uccidono chi attraversa il loro territorio, al contrario si mette in discussione il concetto di uomo come predatore. Sono gli animali questa volta a seviziare e torturare gli uomini. In un primo sguardo può risultare superficiale la critica non troppo velata dell’uomo che sfrutta l’ambiente e gli animali che lo popolano. Fortunatamente, tuttavia, la prospettiva inedita è coadiuvata da una narrazione scarna che riesce ad esprimere una certa inquietudine. La trama, se così si può chiamare, si riassume in una serie di scene montate tra di loro e a volte completamente slegate. I personaggi infatti cambiano e, ad esclusione di un uomo che nel corso del film ha un minutaggio maggiore, quello che resta dello sparuto cast non è altro che una moltitudine di uomini e donne che urlano, fuggono e vengono costantemente maltrattate da queste creature quasi mitologiche. Il vero protagonista del film è la tensione provata dalle sciagurate vittime e che, grazie a un sapiente lavoro sulla regia e soprattutto su un notevole comparto sonoro che segue il ritmo concitato delle sequenze, si riflette sugli spettatori stessi.

Il film è inserito nel filone del new horror francese che negli ultimi 15 anni è stato sdoganato da film come Martyrs e Alta tensione, ma non propone un aggiornamento veramente innovativo. Si limita a una rappresentazione piuttosto violenta che sfocia talvolta nello splatter senza riflettere seriamente sul tema iniziale. Se non ci fosse un esplicito capovolgimento dei ruoli non riusciremo neanche a capire le differenze tra chi è la vittima e chi il carnefice. Tutto ciò non comporta l’aggiunta di nuove problematiche per un sottogenere dell’horror, il cosiddetto torture porn, che già in partenza risulta essere monotono e recalcitrante alle novità. Nonostante le buone premesse e un ottimo lavoro sulla forma, il film di Baptiste Rouveure non si svincola perciò da un territorio ampiamente collaudato.

2.6

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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