Augure. Ritorno alle origini, di Baloji

Il musicista/artista del Congo, partendo da un dato autobiografico, firma un’opera sovversiva che colpisce lo spettatore portandolo in zone perturbanti dove la favola diventa incubo.

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Augure sta per presagio ma anche per destino. Il destino di un congolese trapiantato in Belgio che tenta un impossibile ritorno alle origini. L’opera prima del musicista/artista Baloji nasce da un dato autobiografico: l’elaborazione del lutto per la morte del padre e il rapporto conflittuale con una cultura in cui il mistero si mescola con la superstizione. Il film si articola in quattro sezioni narrative ognuna con le sue caratteristiche cromatiche: c’è la storia di Koffi (Marc Zinga) che torna nella natia Kinshasa con Alice (Lucie Debay) moglie bianca incinta di due gemelli; quella di Paco (Marcel Otete Kabeya) un teppista ragazzino che vuole vendicare la morte della sorella; quella di Tshala (Eliane Umuhire) che soffre dell’emarginazione per la sua condotta sessuale e infine la vicenda della matrona Mujila (Yves-Marina Gnahoua) che cela dietro la durezza dei comportamenti un passato di violenza e sopraffazione.

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Se è vero che l’operazione di Baloji è basata sul realismo magico, è anche vero che molte delle visioni del film hanno un effetto destabilizzante sullo spettatore. Un semplice evento fortuito come la perdita di sangue dal naso può scatenare un rito tribale in cui si pratica un crudele esorcismo. Nel totale caos delle parate, dei riti di medicazione, dei festeggiamenti pasquali, degli incontri di wrestling, dei funerali, può generarsi il male, la violenza, l’atto inconsulto, l’esplosione irrazionale. Mentre terre desertiche e miniere di cobalto fanno da sfondo a masse di uomini e donne in perenne movimento, Koffi cerca una catarsi nella riconciliazione con le figure genitoriali. Ma Koffi è un “maledetto” e su di lui si abbatte il pregiudizio e l’intolleranza della famiglia. Il riavvicinamento tra due culture così diverse è impossibile. Intanto Tshala intreccia il suo splendido corpo nudo con quello dell’amante sudafricano in un cerimoniale all’olio di palma che dovrebbe guarirla dalla malattia venerea. Paco rivive la perdita della sorella nella favola di Hansel e Gretel rivisitata in un delirio surreale di colori e suoni distorti.

Premio New Voice nella sezione A Certain Regard al 76° Festival di Cannes e miglior film nella sezione “Crazies” al 41° Torino Film Festival, Augure. Ritorno alle origini è un’ opera sovversiva che colpisce lo spettatore portandolo in zone perturbanti dove la favola diventa incubo. L’immagine dei fantocci dati alle fiamme è il simbolo di un paese tormentato dalla violenza, dalla miseria e dal dolore. Mujila scava furiosamente nella terra cercando il cadavere di suo marito. Ma quella terra gli restituisce solo un sordo rumore di rocce battute, il nulla di una vita maledetta. Il destino di una donna diventa il destino di un intero popolo. Mille anni di solitudine.

Titolo originale: Augure
Regia: Baloji
Interpreti: Marc Zinga, Yves-Marina Gnahoua, Marcel Kabeya, Lucie Debay, Eliane Umuhire
Distribuzione: Arthouse di I Wonder Pictures
Durata: 92′
Origine: Belgio, Congo, Olanda, Germania, Sudafrica, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
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