BERLINALE 61 – Separazioni tra passato e presente

un mundo misteriosoIl tempo e la Storia, con distanze provvisorie però in cui il tempo si dilata, sono rispettivamente al centro di Un mundo misterioso dell'argentino Rodrigo Moreno e Mein Bester Feind del tedesco Wolfgang Murnberger. Il primo a tratti indugia eccessivamente ma riesce a catturare spontaneamente frammenti di vita. Il secondo invece mostra di avere la mano pesante nel tratteggiare gli eventi tragici. Poi, quando si trasforma in commedia degli equivoci, se ha ironia è solo involontaria 

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un mundo misteriosoDopo l'impennata di Nader ans Simin. A Separation di Asghar Farhadi, il concorso è ripiombato nella sua monotona medietà. Il tempo e la Storia, con consistenti separazioni sul filo di una provvisorietà sul punto di dilatarsi quasi all'infinito, hanno caratterizzato due pellicole, Un mundo misterioso dell'argentino Rodrigo Moreno e Mein Bester Feind ("My Best Enemy" del tedesco Wolfgang Murnberger. Il primo porta sullo schermo i nomadismi di Boris, lasciato dalla ragazza Ana perchè, come gli ha detto lei, 'aveva bisogno di tempo. Compra così la sua prima macchina, una Tokha blu, va a vivere in un albergo e inizia a incontrare gente frequentando, tramite un vecchio compagno di studi, un gruppo di persone che vive alla giornata. Poi viene invitato a Montevideo, in Uruguay per trascorrere il capodanno ma lì non trova nessuno. Rodrigo Moreno, che aveva ricevuto già alla Berlinale il premio Alfred Bauer nel 2006 per il suo primo lungometraggio di finzione El custodio, segue il suo protagonista, il modo come si consuma nelle giornate, sottolineando il suo disorientamento rispetto quell'apparente condizione di stabilità. Gli incontri con la ex al bar, i pedinamenti di altre ragazze vengono volontariamente privati di ogni desiderio. Sono più impulsi momentanei, una modo per far trascorrere il tempo della separazione prima del ritorno. L'auto che si compra è proprio un mezzo per farlo. Moreno a volte magari indugia eccessivamente sul suo protagonista per sottolineare l'assenza da quello che sta vivendo. Ha però uno spirito molto francese nell'improvvisazione, dando l'idea di catturare spontaneamente frammenti di vita. La serata col meccanico rappresenta poi uno dei momenti più riusciti.

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mein bester feindL'amicizia e poi una drammatica separazione per gli eventi della Storia sono invece al centro di Mein Bester Feind ("My Best Enemy") del tedesco Wolfgang Murnberger. A Vienna alla fine degli anni '30 Victor è figlio di una coppia ebraica cosmopolita e lavora nella galleria d'arte del padre. E' amico inseparabile di Rudi e ci è così in confidenza che gli mostra un disegno di Michelangelo che si credeva perduto. E promette a Victor e ai genitori che li salverà dai campi di concentramento se farà avere il prezioso disegno che le SS vogliono confiscare. Dal romanzo di Paul Hengge, il film tende a negare ogni ambiguità usando spesso la mano pesante nel tratteggiare gli eventi, soprattutto nella prima parte, e nel mettere in atto tradimenti, senza mai soffermarsi su quella zona sospesa tra senso di colpa e senso del dovere. Moritz Bleibtreu nei panni di Victor è comunque piuttosto convincente ed è forse grazie a lui che il film riesce a trasformarsi poi, con l'espediente dello scambio di persona, in una bizzarra farsa. A quel punto Murnberger tenta la strada della commedia degli equivoci. Ma senza voler scomodare Lubitsch di Vogliamo vivere il tratto non è così lieve come vorrebbe far pensare. E l'ironia, se c'è, è solo involontaria.

 

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