C’era una volta in Buthan arriva in sala

il secondo film di Pawo Choyning Dorji, una satira sulla modernizzazione del paese, nella shortlist per il miglior film internazionale agli Oscar 2024, uscirà in Italia il prossimo 1 maggio.

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Uscirà il prossimo 1 maggio nelle sale italiane C’era una volta in Buthan, il nuovo film di Pawo Choyning Dorji, distribuito da Officine UBU. Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al 50° Telluride Film Festival, il lungometraggio ha partecipato alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma, all’interno del concorso Progressive Cinema, vincendo il Premio speciale della giuria. Negli scorsi mesi è inoltre stato selezionato dal Buthan per concorrere all’Oscar per il miglior film internazionale, entrando nella shortlist dei 10 finalisti.

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C’era una volta in Buthan è una commedia ambientata nel 2006, anno di grande svolta per il paese. Entrati infatti a rilento in un processo di modernizzazione, i cittadini devono far fronte all’arrivo di Internet, a cui per ultimi al mondo si sono da poco connessi, e all’indizione delle prime elezioni democratiche della propria storia, annunciate a sorpresa dal monarca. In un simile contesto si muovono i protagonisti di questa storia, tra emissari del governo inviati ad alfabetizzare gli abitanti delle campagne alla democrazia e un monaco turbato al punto da andare alla ricerca di un fucile, su cui ha messo gli occhi anche un collezionista di armi statunitense.

Con entrambi i film ho cercato di toccare il valore e l’unicità della cultura e delle tradizioni bhutanesi.” racconta Pawo Choyining Dorji, che con il suo debutto Lunana – Il villaggio alla fine del mondo era stato nominato agli Oscar 2022, nella categoria miglior film internazionale “Il Bhutan è alla ricerca incessante di modernità, istruzione e occidentalizzazione. Molte volte, in questa ricerca, rinunciamo alla nostra cultura e alle nostre tradizioni che ci rendono così unici.

Uscito a febbraio negli Stati Uniti, il lungometraggio ha ricevuto il plauso della critica, con Variety che ha definito C’era una volta in Buthanuna favola furbescamente satirica, in cui i valori occidentali si scontrano con la cultura dell’Asia meridionale, apparentemente intransigente, ma potenzialmente più illuminata”.

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