Cover Story – 20 anni di Vanity Fair, di Cosimo Alemà

L’affresco dedicato alla rivista diventa una celebrazione del suo attuale direttore, con la dimensione emotiva affidata esclusivamente all’immorale ricerca delle lacrime di Michela Murgia.

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In occasione dei 20 anni di Vanity Fair in Italia, Condè Nest (editore della rivista) ed Emma Film, celebrano tale traguardo con un documentario diretto da Cosimo Alemà, regista di videoclip, nonché di film come Zeta – Una storia hip-hop, At the End of the Day. In apertura del film lo stesso Alemà si riprende all’interno della redazione della rivista, alla ricerca di ciò che ne caratterizza l’essenza. Sembra una chiara dichiarazione d’intenti su ciò che il documentario vuole fare: restituire un ritratto fedele di ciò che Vanity Fair è stato e ha rappresentato per i propri lettori, coglierne le trasformazioni nell’arco dei due decenni di pubblicazione e andare oltre la superficie di quello che non è un semplice periodico “rosa”.

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Tale intento viene tuttavia tradito sin da subito, a partire dal momento in cui viene presentato Simone Marchetti (dal 2018 direttore della rivista), con il film che si trasforma in una sorta di affresco celebrativo su quest’ultimo e sulla sua direzione, seguendolo costantemente nel corso del suo operato tra eventi chic e conversazioni con grandi nomi del costume italiano. Ben poco spazio viene quindi lasciato alla ricerca sull’essenza di Vanity Fair di cui sopra e ciò che ne rimane è sbrigativamente raccontato dallo stesso Marchetti, ma mai mostrato davvero.

Grande spazio è invece dedicato ai tanti personaggi a cui la rivista ha via via dedicato una Cover Story. In un parterre costituito da gente come Kasia Smutniak, Pierfrancesco Favino, Annalisa, Gianna Nannini, Monica Bellucci e tanti altri, il film si concentra molto sulla collaborazione con Michela Murgia (che è apparsa sulla copertina di giugno 2023, poco prima della sua scomparsa avvenuta il 10 agosto, numero che peraltro aveva diretto la stessa scrittrice). “La carrellata è una questione di morale” affermava Godard, che sarebbe allora inorridito nel vedere i continui zoom eseguiti sul volto della Murgia, in cerca di una lacrima lungo la guancia, con tanto di colonna sonora drammatica (non all’altezza del talento del suo compositore, Dardust) che supera di gran lunga qualsiasi confine con il sensazionalistico. Se il cinema, quello documentario a maggior ragione, dovrebbe comprendere la distanza da mantenere con l’attore, quest’ultimo viene tradito quando tale distanza non viene rispettata. Se quantomeno nella finzione c’è sempre un personaggio a mediare tra l’attore e la macchina da presa, nel documentario questi è totalmente vulnerabile davanti ad essa. La distanza che quindi Michela Murgia concede al regista era allora da intendersi come un assoluto vincolo morale, di cui però in Cover Story. 20 anni di Vanity Fair non si ha alcuna considerazione.

 

Regia: Cosimo Alemà
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 90′
Origine: Italia, 2024

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
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