DVD – "Bullet Ballet" di Shinya Tsukamoto

Bullet Ballet è l'apice espressionista e surreale di un regista che fa della «nouvelle vague», nel senso più ampio della definizione, il proprio credo autoriale. Shinya Tsukamoto compone un mosaico chiaroscurale a base di donne e pistole, sfoggiando un talento visionario che ha pochi pari. Valido il dvd targato Raro Video.

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Titolo originale: id.

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Anno: 1998


Durata: 87'


Distribuzione: Medusa


Genere: Drammatico


Cast: Shinya Tsukamoto,Kirina Mano,Koji Tsukamoto,Tatsuya Nakamura, Tukahiro Murase


Regia: Shinya Tsukamoto


Formato DVD/video: 1.85:1 anamorfico


Audio: Dolby Digital 5.1 giapponese e italiano


Sottotitoli: italiano


Extra: Trailer originale, intervista a Roberto Silvestri, una videocosa di Enrico Ghezzi

IL FILM


Ha ragione Ghezzi quando parla di Bullet Ballet come di un noir. Un film «sui generis», che sfugge alle definizioni di rito, ingrigito dal dolore di un uomo, Goda, alla disperata ricerca di un motivo per (soprav)vivere dopo il suicidio della fidanzata. Il timido e represso pubblicitario si trasforma grazie alla folle infatuazione per una pistola, lo stesso oggetto responsabile della morte della donna, in un violento emarginato sociale, che flirta con una gang di disadattati tanto violenti quanto fuori controllo. Il triangolo tipico del cinema di Tsukamoto si compie nell'unione di Goda con Goto e Chiriko, idealmente «gemelli di sventura», entrambi appartenenti alla banda. Si parte da un bianco e nero spettrale, brillante, in cui le sfumature di grigio sono intrusioni, e si termina in una spirale di crudeltà morale e fisica in cui il sangue è scurissimo e i proiettili penetrano nella carne come nulla fosse. La regia è un occhio cinico che nonostante uno sguardo più lineare rispetto ai precedenti lavori dell'autore si perde nella psiche di un'umanità impazzita, una scheggia di sregolato nichilismo che deraglia e sfida apertamente le regole del sistema, ripudiandone le basi e sfidandone la quotidianità. L'integrato collettivo muta la propria condizione etica, si trasforma in cellula terroristica, variabile appassionata che come una pallina da flipper schizza di qua e di là per lo schermo, senza tregua, sballottata tra i travagli dell'esistenza e l'insostenibile «gravitas» dell'usualità. Bullet Ballet, sin dal titolo onomatopeico, riempie lo schermo con un alone di mistica rassegnazione alla tragedia, tanto spirituale quanto materiale, entrambe ugualmente amare. L'accettazione del proprio fato è uno spietato rituale, che non prevedendo catarsi non contempla neanche un'ipotesi di (ri)epilogo (positivo), di salvifica riconciliazione dei sensi finora squassati. Perché la pellicola parla non solo di un'insana passione per l'estremo, ma anche di un virus – metonimicamente rappresentato dal ferro della rivoltella Kaiser Chief bramata da Goda – che penetra sottopelle e contagia sia i protagonisti, malati e tormentati, che lo spettatore, angosciato da un siffatto «tour de force» nelle pieghe della personalità e della negazione dell'ego.

IL DVD


Il dvd di Bullet Ballet edito da Raro Video punta tutto sulla rigorosa finitezza della trasposizione. Non era facile convertire in digitale il bianco e nero sgranato ma pulito della pellicola originale; per fortuna il lavoro di passaggio è di grande nitidezza, lucente ed eseguito con la opportuna perizia del caso, per rispettare la volontà dell'artefice unico, regista-produttore-direttore-della-fotografia-scenografo-montatore-sceneggiatore-nonché-interprete-principale. Il quadro è corretto, anamorfico, e rispetta le proporzioni del 1.85:1 di partenza. Non si vedono imperfezioni o pixel né effetti di aliasing o disturbi video. Il DVD9 a doppio strato è in grado di reggere bene anche l'unica traccia audio giapponese, corredata da un doppio sottotitolo opzionale, in italiano e in inglese. Curiosi gli extra, con due interviste ai critici Daniele Silvestri e Enrico Ghezzi, con quest'ultimo che denomina – giustamente – il suo intervento come «videocosa». Entrambe le testimonianze sono curate e interessanti, le analisi critiche approfondite, sincere, appassionate: Ghezzi in particolar modo ha un approccio da fan prima ancora che da studioso, la sua esegesi è cristallina e lungimirante. Peccato che insieme a loro trovi spazio solo il trailer originale, quando il dvd americano, per esempio, offre una selezione decisamente più ampia, con bio-filmografie, intervista a Tsukamoto, una raccolta di materiale promozionale e l'audio in Dolby Digital 5.1 invece che 2.0. Per un film e per un autore che sono di casa presso i maggiori festival internazionali si poteva pensare ad un comparto «contenuti speciali» meno nostrano e più generalista, con uno sguardo a 360 gradi incentrato però maggiormente su fonti dirette.


 


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