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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Il viaggio di un padre, lungo percorso dal Giappone alla Cina per dare un senso alla propria esistenza e purificarsi la coscienza dai sensi di colpa, dal mancato rapporto affettivo con il figlio morente in un letto d’ospedale. Zhang Yimou gira un film dal sapore intimista lontano dalle sue ultime regie visivamente grandiose (La foresta dei pugnali volanti, La città proibita). Takata si reca in Cina per trovare Li Jamin, un cantante che interpreta l’opera Mille miglia lontano, a cui il figlio Ken-Ichi aveva assistito in passato; viene a sapere però che l’uomo è finito in carcere, riesce a farsi dare un permesso per poter recarsi in prigione e filmare lo spettacolo preparato appositamente per lui ma proprio nel momento di iniziare, l’artista scoppia a piangere dicendo che non può cantare perché gli manca terribilmente il figlio Yang Yang, il giapponese allora si rimette in viaggio alla sua ricerca. Il film di Yimou prende forma e si sviluppa a partire da una figura assente, da un fuori campo che è però perno centrale della narrazione. Quel figlio malato in un letto d’ospedale e che non verrà mai inquadrato è infatti motore trainante di tutta la vicenda, spinta propulsiva all’evolversi degli eventi che per un breve ma intenso periodo (s)travolgeranno l’esistenza di Takata. Il film procede per tappe con un tracciato narrativo solido e lineare: la partenza di Takata per la Cina, la visita alla prigione, il viaggio nel villaggio per cercare il figlio di Li Jamin, infine il ritorno alla prigione. Ogni “capitolo” del viaggio di Takata è una sorta di rivelazione, esterna (la vista di paesaggi meravigliosi, l’incontro con gente cordiale ed ospitale) e introspettiva al tempo stesso, facendolo riflettere sul suo passato, sulla solitudine voluta e vissuta fino a quel momento e sugli errori commessi nei confronti della famiglia. Yimou racconta una storia “semplicemente” umana, basata su valori profondi quali l’amicizia, la solidarietà e la comprensione reciproca, una storia che però non è mai melensa né ricattatoria, ma asciutta e diretta e per questo ancora più toccante. Molti i momenti commoventi: la notte passata all’addiaccio sulle montagne e il momento dell’addio tra il giapponese e il piccolo Yang Yang, la visita finale alla prigione quando vengono mostrate a Li Jamin le foto del figlio. La mdp diviene invisibile come a voler partecipare in maniera indiretta ma concretamente presente a quegli attimi di intenso pathos emotivo. Sono i volti e i gesti dei corpi a parlarci, a dirci che l’amore verso l’altro é l’unica strada ancora possibile da percorrere.

IL DVD

Edizione completa della Dolmen Home Video, che lancia sul mercato un prodotto più che soddisfacente dal punto di vista contenutistico. Ampia scelta per la traccia audio che comprende, insieme al dolby digital originale con sottotitoli, l’italiano 2.0 con sottotitoli per non udenti e il dolby digital 5.1 anch’esso sottotitolato. Il suono risulta pulito, riuscendo a ben distinguere i momenti musicali e parlati. La qualità dell’immagine manca di nitidezza ed i colori non danno il risalto che meritavano le splendide riprese riguardanti il villaggio e le montagne. Contenuti extra che comprendono il making of del film con un’interessante intervista al regista e trailer dalla diversa durata.

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