Emergenza Coronavirus: le proposte di Confindustria Cultura e Writers Guild Italia

Col probabile prolungamento della stretta per il CoronaVirus Confindustria Cultura Italia e Writers Guild Italia lanciano due separati appelli d’aiuto al Governo. Accomunati dalla crisi del settore

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Ora che il Governo Italiano con i suoi ministri Boccia e Speranza ha confermato ufficialmente la proroga oltre il 3 Aprile delle misure del Decreto Legge “Cura Italia”  risuonano ancora più pressanti le recenti richieste avanzate, quasi in contemporanea, da Confindustria Cultura Italia e Writers Guild Italia, sindacato degli sceneggiatori italiani. In entrambi i casi è evidente la preoccupazione per la crisi di un settore strategico che subirà probabilmente più degli altri i danni causati dal blocco delle attività produttive. Giova infatti ricordare che l’intera industria dell’audiovisivo è un settore economicamente importante che in Italia vale oltre 1 miliardo di Euro Il mondo della cultura è però uno dei settori maggiormente colpiti e sicuramente uno dei primi a risentire delle misure adottate per limitare la diffusione del virus. I numeri derivanti dall’emergenza Coronavirus sono eloquenti: i musei sono chiusi e le mostre, che avevano comportato importanti investimenti, sono cancellate. Già nell’ultimo weekend prima della chiusura definitiva delle sale cinematografiche gli incassi sono crollati del 95%. A partire dalle prime ordinanze del 24 febbraio, e sino alla chiusura definitiva delle sale di domenica 8 marzo, il mercato cinematografico ha registrato una perdita di incassi e presenze dell’81% circa, pari a 16.3 milioni di euro e 2.5 milioni di spettatori. Complessivamente il settore dell’audiovisivo ha interrotto tutte le attività produttive già iniziate e in fase di avvio e i danni finora calcolati sulle interruzioni sono di oltre 100 milioni di euro. L’industria musicale registra un calo del mercato discografico del 60% mentre l’editoria prevede 18.600 titoli pubblicati in meno in un anno, 39,3 milioni di copie che non saranno stampate e 2.500 titoli che non saranno tradotti, con la vendita di libri crollata del 75% rispetto allo scorso anno. “Il quadro è molto preoccupante ed estremamente complesso” – spiega Innocenzo Cipolletta, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), Federazione Italiana dell’Industria Culturale che riunisce le associazioni dell’editoria (AIE), della musica (AFI, FIMI, PMI), del cinema e audiovisivo (ANICA, APA, UNIVIDEO) e servizi per la valorizzazione del patrimonio culturale (AICC). Così, anche per anticipare le probabili obiezioni istituzionali, Confindustria Cultura Italia chiede da subito misure adeguate alla gravità della situazione, in grado di rilanciare ulteriormente le “prime risposte importanti” col Decreto entrato in vigore il 17 Marzo:

– Un fondo di emergenza esteso anche ai comparti dell’editoria libraria, della produzione discografica e dei servizi museali e mostre temporanee;

– Il prolungamento della durata dei provvedimenti sia per la cassa integrazione, sia per le sospensioni contributive e dei tributi;

– Destinare parte del 10% dei compensi incassati dalla SIAE per “copia privata” anche ai produttori;

– Misure specifiche a sostegno della domanda di prodotti culturali per scongiurare il rischio che i cambiamenti di comportamento di consumo contingenti diventino strutturali al termine dell’emergenza. Al momento risulta fondamentale inserire nuovamente i beni di consumo culturali in formato fisico nella lista dei beni di prima necessità e quindi reperibili almeno attraverso le spedizioni via corriere.

 

Anche il sindacato degli sceneggiatori italiani, Writers Guild Italia, dopo aver condotto un ampio sondaggio fra i propri iscritti per verificare in quale misura possano beneficiare degli aiuti previsti del decreto “Cura Italia” ha formulato una serie di proposte di modifica affinché il provvedimento possa essere realmente efficace nei confronti della categoria. Gli scrittori ed autori in particolare chiedono:

1) Che l’accesso al contributo per i lavoratori dello spettacolo venga determinato dalla presenza di TRENTA GIORNATE LAVORATIVE COMPLESSIVE DICHIARATE al FPLS (Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo) nel TRIENNIO 2017/2019.

2) Che venga rimosso il vincolo di accesso al contributo per professionisti e co.co.co (art.. 27 del decreto) in caso di iscrizione al fondo pensioni lavoratori dello spettacolo.

3) Che vengano predisposti strumenti alternativi di sostegno al reddito per gli sceneggiatori che negli ultimi CINQUE ANNI hanno avuto prodotte e distribuite opere derivate dal loro lavoro.

4) Che venga vincolata una quota del “fondo emergenze spettacolo” (art. 89 del decreto) allo sviluppo di soggetti e sceneggiature, per garantire il rilancio del settore al termine dell’emergenza Coronavirus.

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