Ennio Doris. C’è anche domani, di Giacomo Campiotti

L’operazione di elevazione del banchiere veneto ad eroe nazionale con grottesche sfumature da propaganda mostra un personaggio privo delle ambiguità che stanno alla base di qualsiasi narrazione

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Nel 2018 usciva il dittico Loro (diviso in due parti, Loro 1 e Loro 2) di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi, che, dopo una distribuzione in sala ad opera di Universal, è di fatto stato messo fuori dai radar dal distributore che successivamente ne ha acquistato i diritti, Mediaset. A distanza di sei anni, arriva invece Ennio Doris – C’è anche domani , biopic sul fondatore di Banca Mediolanum, tratto dalla sua stessa autobiografia, in cui una delle figure più vicine a Berlusconi, nonché lo stesso ex premier, sono di fatto santificate.

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Il racconto si snoda lungo due linee temporali: una vede il noto banchiere alle prese con la crisi successiva al crollo della Lehman Brothers e con la scelta di rimborsare di tasca propria (e del Cavaliere, suo socio) i clienti che avevano investito sulle sue quote; la seconda segue invece Doris dalla sua infanzia al momento della fondazione di Banca Mediolanum stessa.

Ennio Doris – C’è anche domani, diretto da Giacomo Campiotti, è quanto di più distante esista dai classici biopic a cui siamo abituati, per una volta non in senso buono. Solitamente infatti i personaggi trattati, da quelli meno controversi a quelli che invece lo sono eccome, mostrano delle sfumature, delle ambiguità, o quantomeno dei conflitti utili a creare una vera narrazione. In questo caso ciò invece non avviene mai, con il protagonista (interpretato da un non entusiasmante Massimo Ghini, nonché da Antonio Nicolai e Daniel Santantonio, nei panni rispettivamente di Ennio bambino ed Ennio giovane) che viene ritratto come un cavaliere senza macchia, un uomo perfetto, privo di ogni sorta di dissidio o dubbio morale, un personaggio piatto e quindi per nulla interessante. Il lungometraggio assomiglia grottescamente (e mai credibilmente) a quei film di inizio ‘900 che servivano a sacralizzare determinati individui nel tentativo di creare un propagandistico pantheon nazionale.

Lucrezia Lante della Rovere interpreta invece Lina, la moglie di Doris, in una visione della donna fastidiosamente anacronistica: è una buona consorte perché ritira analisi del marito, cucina per lui, gli sistema gli abiti e gli tiene la mano nei momenti difficili, dipendendo in tutto e per tutto da lui, senza un qualsiasi ruolo attivo.

In un film in cui è difficile trovare qualcosa da salvare, l’elemento più irritante è però forse dato dai dialoghi, che avvengono esclusivamente attraverso metafore, aneddoti sulle virtù del protagonista (quasi delle parabole religiose) e continue lezioncine morali, senza che i personaggi comunichino tra di loro, semplicemente, come avviene nella vita di tutti i giorni.

Tutto ciò rende Ennio Doris – C’è anche domani un film inadatto ai nostri tempi, forse anche a quelli precedenti. Sicuramente si tratta di un cinema di cui nessuno ha bisogno.

 

Regia: Giacomo Campiotti
Interpreti: Massimo Ghini, Lucrezia Lante della Rovere, Daniel Santantonio, Antonio Nicolai, Emma Benini, Eugenio Franceschini, Carlo Favero, Giulia Vecchio, Alice De Zan, Luigi Di Berti, Alessandro Bertolucci, Maurizio Donadoni
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 122′
Origine: Italia, 2024

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1
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Il voto dei lettori
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