FAR EAST FILM 11 – "All About Women", di Tsui Hark

All About Women

Tsui Hark prova la grande conquista del mercato cinese con una commedia corale al femminile che recupera lo sguardo libero e la struttura a incastri di tanti suoi successi passati. Guizzo estemporaneo o definitivo superamento dell’impasse a nome Missing?

 
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All About WomenCon All About Women maniacalità nella messa in scena e demenzialità della storia danno fuoco a una rilettura ultra pop della nuova Cina delle contraddizioni. Tsui Hark compie un lavoro di rimescolamento dei generi nel seguire tre ragazze alle prese con storie d’amore, vita quotidiana e arrampicate sociali in una città notturna, asettica e impalpabile come la Pechino del dopo-sbronza da Olimpiadi.
Fanfan, interpretata dalla neo star Zhou Xun, è una ricercatrice insipidina che si nasconde dietro a occhiali dalla montatura enorme. Perseguitata dal senso di inadeguatezza, la scienziata fa ricerche sui feromoni allo scopo di conquistare gli uomini con gli odori rilasciati nell’aria. Ling Tie, interpretata dall’attrice di Taiwan Guey Lun-mei, è una ragazzaccia scatenata che scrive romanzi su internet, canta in un gruppo rock assai scombinato e pratica la boxe nel tempo libero. Infine Lu Tang, interpretata da Kitty Zhang (vista in CJ7 di Stephen Chow, uscito in dvd anche in Italia), è una manager la cui bellezza intralcia la sua carriera: tutti gli uomini che incontra cadono infatti sistematicamente ai suoi piedi, sminuendo il suo genuino fiuto per gli affari. Le tre donne, che inizialmente non si conoscono, entrano gradualmente in contatto, aumentando proporzionalmente l’eccentricità della trama e la dirompente comicità delle situazioni.
All About WomenTsui Hark muove i suoi personaggi con vorticosa maestria, piroettandoli come pedine in un complicato gioco di prestigio la cui unica finalità è lo stupore dello spettatore. Fanfan, Ling Tie e Lu Tang – oltre a una vasta schiera di volti maschili, tra cui il veterano Alex Fong, il belloccio Stephen Fung e il modello Godfrey Kao – urlano, corrono e si rincorrono, bisticciano e si lanciano in ardite effusioni con una naturalezza costruita ad arte, che nonostante mantenga la sua forzata artificiosità garantisce un livello di trasparenza e trasporto insoliti. A contare in questo caso non è la verosimiglianza di ciò che succede sullo schermo, ma l’inarrivabile gioco di colori roboanti, luci saettanti, effetti ipercinetici ed ellissi improvvise che appaiono una rilettura consapevole e mediata dei successi ordinatamente anarcoidi sullo stile di Peking Opera Blues (1986) o Love in the Time of Twilight (1995). Questi ultimi erano senza dubbio film meglio riusciti, ma frutto di una stagione ormai irripetibile e che non ha più senso provare a ripetere. Sotto la maschera da commedia romantica sempliciotta e decerebrata, All About Women è allora uno spericolato tentativo di rilancio che delizia e affascina nella sua apparente tendenza suicida.

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