FESTIVAL DI ROMA, interviene l'AFIC
L'Associazione italiana dei festival di cinema chiede una “regola delle regole”
Nel dibattito di queste settimane sul futuro del Festival di Roma è intervenuta anche l'AFIC, ovvero l'associazione che riunisce decine di Festival di Cinema Italiani.
Nel comunicato ufficiale Il Comitato direttivo dell’AFIC (Associazione italiana dei festival di cinema) fa proprie le prese di posizione dei 100 Autori e di quanti altri in questi giorni abbiano sentito il dovere di intervenire sulla vicenda del Festival di Roma invocando un rispetto delle regole e una netta demarcazione tra chi fa cultura (i professionisti di un settore strategico per la credibilità del nostro paese) e chi ne deve garantire la sussistenza (i pubblici amministratori, rappresentanti del cosiddetto “bene pubblico”). Chiedere una “regola delle regole” non significa vivere nel mondo delle favole e ignorare
La vicenda dei Festival di Roma -prosegue il comunicato – in cui mosse e contromosse per i prossimi equilibri di potere e per la direzione artistica appaiono davvero astruse allo spettatore e all’appassionato di cinema, è invece emblematica dello stato in cui versa la gestione della cultura in Italia. Né sarebbe sorprendente se non fosse che, in tutti i settori della società, ci si interroga oggi su come abbandonare vecchi vizi e nuovi provincialismi per adeguarsi a uno standard internazionale un po’ più credibile, etico, trasparente. In tutta Europa si lavora in maniera diversa e chiediamo con forza che la stessa limpidezza sia applicata dai nostri governanti, oltre gli schieramenti di parte, abbandonando la logica dei ricatti e l’inutile mercato di scambio delle poltrone. Tanto più che gli unici a soffrirne, a parte seri addetti ai lavori come Piera Detassis, Marco Müller e Gian Luigi Rondi, sono il pubblico del festival, l’industria cinematografica italiana e – non ultimi – i professionisti che da anni sono impegnati in prima linea per dare un senso e un’anima alla manifestazione romana.