Film tv: “Cinque pezzi facili”, di Bob Rafelson
È la storia di uno smarrimento esistenziale, là dove l’implacabile individualismo delle proprie scelte è animato da insofferenza più che da dubbi. Mercoledi 3 aprile, ore 22:55 su Pay tv.
Bob Rafelson dimostra di possedere una sensibilità molto europea, con richiami a Bergman ed Antonioni (a chi non è venuto in mente il vagabondaggio disperato di Steve Cochran in Il grido?), dimostrando di adattarsi perfettamente a quello che il pubblico della new left post-sessantottina si aspetta di vedere: il cinema deve aderire alle ansie, alle aspettative ed anche ai dubbi dei giovani spettatori americani, sull’orlo di un entusiastico idealismo che sempre più fa posto alla consapevolezza di quanto esso sia effimero. Come dichiarerà a proposito del successivo Il re dei giardini di Marvin (del 1972, ancora con Nicholson), Rafelson è pienamente immerso nell’atmosfera disillusa di personaggi senza un punto fisso: “sono l'incarnazione di altrettante facce di un'America che confessa il crollo dei suoi miti sociali ed esistenziali, e guarda i solchi delle rughe dell'animo allo specchio (…) Cinema irrorato dall'incessante deambulare e dialogare dei protagonisti, aperto alle improvvisazioni sul set, alla partecipazione inventiva degli interpreti, alla spontaneità e all'immediatezza tipica dei procedimenti nei quali i soggetti dell'inchiesta vengono provocati per mettersi a nudo”.
Titolo originale: Five Easy Pieces
Regia: Bob Rafelson
Interpreti: Jack Nicholson, Karen Black, Lois Smith, Billy Green Bush
Durata: 96 min
Origine: