"Fuori dai binari. Grandi Stazioni d'Europa"

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concorso per un PROGETTO DI DOCUMENTARIO

proposto da FELIX FILM

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in coproduzione con

WUNDERBOX DOCUMENTARIES – Amsterdam

con la partecipazione di

RAI TRADE

in collaborazione con

FONDAZIONE LIBERO BIZZARRI

per la ricerca sulla comunicazione e sulle arti cinematografiche e CONSORZIO UNIVERSITARIO PICENO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAMERINO Facoltà di Architettura, sede collegata di Ascoli Piceno

L'idea di un concorso per progetto sulle Grandi Stazioni d'Europa nasce per la necessità di affrontare un tema di forte interesse ed attualità con caratteristiche complesse e in costante trasformazione E il cuore della trasformazione delle stazioni sicuramente è nell'architettura. Architettura come espressione formale di un'idea, il punto di arrivo, la punta di un iceberg che emerge da una composizione di arti e discipline (quali la filosofia, la sociologia, l'urbanistica, l'antropologia, l'ingegneria, e tante altre ancora), di tante professioni nell'affannosa ricerca di coniugare il razionale con la bellezza e la magia. Se in qualche modo è vero che l'architettura è anche l'arte di raccontare storie, la Stazione è anche un luogo simbolo di storia e di storie.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

L'Europa delle Grandi Stazioni deve riflettere sul proprio futuro, concentrandosi sul presente: quale è il modo in cui percepiamo l'essere cittadini dell'Europa? Ovvero, esiste un legame tra le grandi stazioni europee che ci fa sentire parte della stessa comunità? O è solo un legame rappresentato dalla rete ferroviaria? Le Grandi Stazioni Europee corrispondono ad un progetto comune di progresso e collegamento? L'obiettivo europeo è di unificare il concetto funzionale delle stazioni e incoraggiare all'avvicinamento? Questo disegno che implica la comunicazione e lo scambio tra genti diverse di Paesi diversi ha bisogno di far emergere ancora di più gli elementi specifici culturali di ciascun Paese, di cui la stazione può rappresentare un segno visibile e accessibile.

Cosa cambia a ciascuno di noi il cambiamento della stazione? Cosa cambia alle persone che oggi lavorano nelle stazioni, a quelli che ci vivono e a quelli che ci passano solamente? Il primo passo per andare verso un cambiamento è l'ascolto, la conoscenza, poi la condivisione. Ogni cambiamento comporta dei disagi perché l'individuo deve adattarsi ad un nuovo spazio. I cambiamenti vengono creati sulla base di studi teorici (ricerche sociologiche, analisi architettoniche, ecc.), in un confronto con esperienze di altri Paesi; ma tengono conto anche delle esigenze pratiche degli individui che ne avranno un'esperienza diretta? Spesso chi ha più da dire non parla, non ha voce… o non gli viene data possibilità di parlare. La funzione della stazione – oltre a quella propria di arrivi/partenze/transiti/collegamenti – sarà quella di un centro di conoscenza e di scambio, un luogo aperto "progressista"? Non dovrebbero esserci barriere tra la città e i suoi abitanti : stazioni chiuse / stazioni aperte?

Per informazioni sul bando: Silvia De Felice – tel. 06 37500204 – info@felixfilm.it

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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