Gen V, di Craig Rosenberg, Evan Goldberg ed Erik Kripke
Un ottimo spin-off che racconta il presente aderendo ai canoni della serie da cui è tratta. I temi che racconta sono centrali ed esposti in modo chiaro. Su Prime Video
Risulta sempre più complesso orientarsi nella rete di universi espansi (non necessariamente narrativi) che ci circondano. Perché essendo gli universi espansi una rete, ogni punto d’ingresso potrebbe essere il più o meno indicato. Nel caso del mondo supereroistico di The Boys in cui la metanarrazione si fa palese e ogni preconcetto tende a essere abbattuto – letteralmente esploso -, l’ampliamento diventa una valida sfida nonché una chance per riflettere sulla contemporaneità e sulla forza della Gen Z che il titolo cita espressamente. Gen V è una traccia chiara del passaggio generazionale e quindi ogni cosa si trasforma, anche nella forma, in un chiaroscuro del presente.
Nella Godolkin University, l’università per supereroi d’eccellenza, i social media manager sono i veri burattinai in sostituzione dei villain e gli indici di gradimento social, tutto ciò che una volta chiamavamo share, il vero superpotere 2.0. Lo schermo degli smartphone è l’interfaccia comune e a volte intima, un appendice che ormai l’umanità e/o super-umanità ha assorbito appieno.
Gen V racconta delle vite dei personaggi, in primis di Marie (Jaz Sinclair), tirando fuori l’idea dei traumi e del passato, della vulnerabilità e dell’equilibrio psicofisico proprio centrando il canone dei racconti di formazione adolescenziali. Crea una scialuppa di salvataggio dentro cui accogliere i temi preponderanti della nostra epoca, del presente. Ecco quindi che il vissuto umano personale entra in contrasto con l’immagine pubblica e acclamata che il pubblico può avere dei propri idoli. Qualcosa si è rotto quando abbiamo mitizzato le nostre icone social. E fare i supereroi non sembra più tanto importante (o impegnativo, subdolo) quanto avere un forte engagement su Instagram.
Gen V proprio seguendo le orme della serie principale da cui è tratta elimina ogni intermezzo che lo spettatore attraversa dall’introduzione allo splatter più palese. Di fatto lo spargimento di sangue non è più un segreto per nessuno e quindi Craig Rosenberg, Evan Goldberg e Erik Kripke cavalcano l’onda del “già visto” in questo senso. Ma una volta superato lo shock (nulla di nuovo per chi ha già visto e amato The Boys) la storia può procedere nella direzione scelta, riuscendoci parecchio bene. Le lotte LGBT, i problemi mentali e alimentari e la disconnessione dalla realtà sono concetti che viviamo sulla nostra pelle ogni giorno ed in questa serie più che mai è palpabile l’adempimento a questi determinati problemi – ancora irrisolti. E sembra quasi un paradosso, pensando alla fugacità di alcuni equilibri in rapporto alla distruzione materica che i supereroi sanno portare, potendo essi distruggere muri, case, palazzi e infine città.
Titolo originale: id.
Creata da: Craig Rosenberg, Evan Goldberg, Eric Kripke
Regia: Nelson Cragg Phil Sgricca Steve Boyum Clare Kilner Rachel Goldberg Shana Stein Sanaa Hamri
Interpreti: Jaz Sinclair Chance Perdomo Patrick Schwarzenegger, Lizze Broadway, Derek Luh, Asa Germann
Distribuzione: Prime Video
Durata: 40′ circa a espisodio
Origine: USA, 2023