Hometown – La strada dei ricordi, di Mateusz Kudla, Anna Kokoszka-Romer

Una lunga passeggiata carica d’immagini, ricordi nostalgici ed incubi redivivi, alla scoperta di uno dei vissuti artistici più difficili da esorcizzare, come quello di Polanski.

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Si possono ricordare i propri incubi? Horowitz e Polanski spesso si interrogano durante il lungo cammino intrapreso nella natale Cracovia su come si possa tenere vivido nella anticamere memoria anche episodi dalla tragicità lacerante, come i rastrellamenti e le deportazioni della comunità ebraica polacca vissuti sulla propria pelle durante la Seconda Guerra Mondiale. Incubi che tormentano Polanski e il suo cinema fin dagli albori, da Il coltello nell’acqua fino a L’ufficiale e la spia, contribuendo inavvertitamente nel corso del tempo a delineare una delle personalità più complesse e claustrofobiche del Novecento. Eppure nel documentario della coppia Kudla-Romer osserviamo questo eterno esiliato in vesti tutt’altro che distaccate, anzi immerso in un clima sereno e paradossalmente informale, complice soprattutto la presenza dell’amico fraterno Ryszard Horowitz, considerato il pioniere dell’imaging digitale nella fotografia e in questo caso mediatore ed esorcista del suo complesso vissuto in Hometown. La strada dei ricordi.

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Una passeggiata carica d’immagini, ricordi nostalgici ed incubi redivivi, dove Cracovia nel suo silenzio assordante conserva nei suoi palazzi, nelle sue vie, nella sua materia, i patimenti di un’intera cultura parzialmente cancellata. E il duo Horowitz-Polanski è continuamente in bilico dal farsi risucchiare dagli echi del passato, decidendo di intraprendere la personale via crucis dell’antisemitismo inizialmente con cautela, quasi con la voglia di andare oltre questo terribile incubo impossibile da esorcizzare. Con la voglia di sentirsi anche per un singolo istante delle persone comuni. Ma è proprio questa grande città dalle poche parole che in un modo o in un altro emana attraverso le pareti gli angoscianti ricordi dei due protagonisti. Perchè è una sfida fin troppo ardua passare inosservati sotto quelle innocue finestre che dietro la semplice superficie conservano i volti e le voci del passato, di coloro a cui hanno voluto bene prima della grande tragedia. Affetti strappati via troppo presto dalle loro braccia. Vittime dell’odio che hanno segnato la vita sia di Horowitz che di Polanski, tuttora sentita come una pulsante ferita aperta. Infatti il duo dalla chimica eccezionale e oltre la classica formalità drammaturgica, si sorregge come due fratelli separati per lungo tempo in questa tormentata e masochista rievocazione dei ricordi, volente o nolente matrice del proprio background artistico ed emotivo, e con la speranza di trovare anche nel più terribile degli incubi uno spiraglio, anche minimo, dell’anima umana.

 

Titolo originale: Polanski, Horowitz. The Wizards from the Ghetto
Regia: Mateusz Kudla, Anna Kokoszka-Romer
Interpreti: Roman Polanski, Richard Horowitz
Distribuzione: Vision Distribution in collaborazione con Europictures
Durata: 75′
Origine: Polonia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
4 (2 voti)
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