E’ sul giornale della squadra di calcio del Torino che il regista Mimmo Calopresti confessa, pubblicamente, la sua passione per il “Toro”. Con un’intervista, a cura di Valentino Della Casa (figlio dell’altro cuore cinegranata Steve Della Casa), in cui racconta la sua infanzia di figlio di immigrati calabresi, negli anni sessanta, con il padre operaio della FIAT per il quale, racconta  Calopresti, tifare Toro “era un modo per distinguersi dalla massa di tutti gli altri operai che, come ben sapete, tifavano per l’altra squadra.” . E poi la sua passione per un calciatore come Gigi Meroni “Quando eravamo ragazzini, siccome viveva vicino a casa mia, per me e per i miei amici era un’emozione vederlo passare. Meroni è sempre stato quel giocatore un po’ contro il sistema: con quel capello lungo, quel modo di giocare… "  E il calcio al cinema, vecchia storica “contraddizione”? “Il calcio può essere un’ottima cornice, spesso l’ho infatti utilizzata nei miei film. Bisogna capire quanto possa diventare parte centrale di una narrazione.”.

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E, nel Toro di oggi di Ventura, riconosce un po’ della squadra degli anni ’70 di Giagnoni che prefigurò l’anno dello scudetto con Radice.

Insomma un ritratto inedito del regista di film belli e importanti come La seconda volta, La parola amore esiste, La fabbrica dei tedeschi. Per leggerla integralmente si puo’ scaricare Toro News Magazine in PDF

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