Il Filmstudio e il movimento del cinema sperimentale italiano, dal 28 novembre

Dal 28 al 30 novembre, presso lo storico Filmstudio di Trastevere, si terrà un evento omaggio al cinema sperimentale italiano. Ce lo racconta in esclusiva il curatore Armando Leone

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Nel 1967 nasceva nel cuore di Trastevere il primo filmclub italiano, Filmstudio, un luogo ricco di suggestioni ribelli ed atmosfere intime, in cui negli anni si sono formate intere generazioni di cineasti e cinefili. In quel medesimo luogo, ora con il nome di Spazio Scena, si terrà dal 28 al 30 novembre una rassegna dal titolo “Il Filmstudio e il movimento del cinema sperimentale italiano”. Le tre sezioni del programma partiranno dalla nascita del cosiddetto cinema underground italiano, prestando particolare attenzione al lavoro di Alberto Grifi e Massimo Bacigalupo oltre all’esperienza della Cooperativa Cinema Indipendente, per poi omaggiare il cinema poetico di Annabella Miscuglio. Infine, verrà approfondito il filone indipendente prettamente artistico, come quello di Ugo Nespolo, Luca Patella e Arcangelo Mazzoleni. L’evento rappresenta una rara opportunità per tutti quei giovani che studiano cinema, che fanno cinema o che semplicemente amano il cinema.

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Armando Leone, curatore della rassegna e storico membro tra i fondatori del cineclub, ha raccontato in esclusiva a Sentieri Selvaggi il senso di questo omaggio, ricordando l’importanza storica di un luogo come il Filmstudio: “la parola d’ordine è sempre stata libertà, quella che ogni autore ha cercato e trovato qui e non poteva trovare nei luoghi del cinema istituzionale”. Il Filmstudio ha proiettato per decenni classici e rarità dell’universo cinematografico indipendente e sperimentale, mantenendo una vocazione laboratoriale e di continua ricerca artistico-culturale. Negli anni questo luogo ha raccolto molti tra i maggiori intellettuali italiani e personalità internazionali del mondo cinematografico, come Andy Warhol, Jean Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Jean Marie Straub. Tra le tante proiezioni, Leone ha ricordato un’opera complessa e rivoluzionaria come Anna di Alberto Grifi e Massimo Sarchielli, oltre agli inaspettati 3 mesi consecutivi di tutto esaurito per Io sono un autarchico del giovane Nanni Moretti. Nella lunga storia di Filmstudio non sono mancati neanche contrasti con le istituzioni legati alla censura. Durante un processo dovuto ad una proiezione di un film erotico, racconta ancora Leone, è intervenuto in difesa di Filmstudio lo scrittore Alberto Moravia. In quell’occasione Moravia, molto irritato dall’accusa, sbattè violentemente il pugno sul banco, pronunciando una battuta ricordata ancora oggi con affetto: “se chiudete il Filmstudio, io che sono anche critico cinematografico, per vedere un film devo andare a Parigi!”.

Qui il programma completo della rassegna.

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