Il viaggio, di Nick Hamm
Un’opera puramente ecumenica e riconciliatoria, preoccupata di non prendere mai una posizione tra i due contendenti. E i due protagonisti sono schematizzati con colpevole approssimazione
Nel 2006, in Scozia, il reverendo Ian Paisley, leader del partito unionista e conservatore, e Martin McGuinness, capo dei repubblicani del Sinn Fein, dietro l’invito del leader britannico Tony Blair, si incontrarono, per la prima volta in trent’anni, per stipulare uno storico accordo politico, cosi da mettere definitivamente fine alla guerra civile nordirlandese. Nemici storici e su posizioni diametralmente opposte, i due politici si confrontarono e riuscirono a raggiungere l’agognata stretta di mano. Nick Hamm, a dieci anni da quel giorno, re-immagina il loro incontro attraverso un surreale viaggio in macchina tra i boschi scozzesi, dove Paisley e McGuinness si scontrano verbalmente senza esclusioni di colpi. Il viaggio, in questo dialogo/sfida, si mantiene costantemente a pari distanza, preoccupato di non prendere mai una posizione partigiana tra i due contendenti e i mondi ideologici da loro rappresentati. Tra i due protagonisti ogni azione ha una reazione parimenti efficace, ogni battuta sagace ha la pronta risposta.
Pur diversi per costruzione narrativa (Paisley bigotto e testardo ma dal grande carisma, McGuinness dimesso e preoccupato ma più lucido e collaborativo), i due personaggi sovrastano la storia e si trovano di fronte senza mai primeggiare uno sull’altro. E’ chiaro che qualsiasi spettatore, attraverso le proprie simpatie politiche, troverà facile prendere le parti del conservatore o del repubblicano, ma è altrettanto evidente il desiderio democristiano di Hamm di rimanere sempre al centro della diatriba, enfatizzando i punti in comune, il rapporto umano, piuttosto che le accese diversità e il rancore. Da questo punto di vista, nonostante la prevedibile costruzione televisiva, Il viaggio si dimostra opera puramente ecumenica e riconciliatoria, un punto fermo dove far finire l’odio e il sangue per ripartire insieme verso il futuro. Per il regista non è importante dare profondità storica e dignità alle vicende politiche e agli ideali dei protagonisti, schematizzati con colpevole approssimazione. L’obiettivo di Hamm, attraverso l’ironia degli immensi Colm Meaney e Timothy Spall, attori eccellenti chiamati a indossare i panni, rispettivamente di McGuinness e Paisley, è quello di realizzare una pellicola serena, dove il conflitto è costantemente svuotato e in cui, alla fine, tutto finisce irrimediabilmente come “Dio vuole”.
Titolo originale: The Journey
Regia: Nick Hamm
Interpreti: Colm Meaney, Timothy Spall, Freddie Highmore, Toby Stephens, John Hurt, Catherine McCormack, Ian Beattie
Distribuzione: Officine Ubu
Durata: 94′
Origine: Gran Bretagna 2016