Incastrati, di Ficarra & Picone

Ficarra e Picone si confrontano con la serialità televisiva esportando con successo la formula del teatro cabaret e trasformandola in comicità slapstick. Su Netflix

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

La comicità di Ficarra e Picone alla prova della serialità televisiva. Il duo palermitano riesce nella scommessa di mescolare elementi di trama gialla, storie di mafia, tradimenti e sentimenti, compattandoli all’interno di una sceneggiatura che ha numerosi colpi di scena e momenti di grande ilarità.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Sono sei episodi di circa trenta minuti di durata, ma molto densi di situazioni e svolte che tengono lo spettatore agganciato fino al finale che non può che essere aperto, lasciando le possibilità di una seconda stagione. L’assassinio di un contabile legato alla mafia (Sasà Salvaggio) innesca una serie di reazioni a catena in cui rimangono incastrati due tecnici riparatori di elettrodomestici, Salvo (Salvatore Ficarra) e Valentino (Valentino Picone) alle prese con rapporti sentimentali complicati rispettivamente con Ester (Anna Favella) e Agata (Marianna Di Martino). Funziona bene la contrapposizione del bambinone timido legato al cordone ombelicale della madre con le nevrosi dell’uomo tradito dalla moglie che si muove come si trovasse all’interno di una serie televisiva poliziesca (la improbabile the Touch of the Killer con il prequel the Look of the Killer). Ma i duetti irresistibili tra Ficarra e Picone che ricorrono a tormentoni da teatro-cabaret (doppi sensi ricorrenti) e situazioni kafkiane (su tutte l’annullamento della multa tramite raccomandazione) si arricchiscono di figure di contorno molto riuscite. Si pensi al mafioso Cosa Inutile (Tony Sperandeo caratterista di razza) che somatizza nella balbuzie la sua incapacità a dire bugie; al frate Armando (Gino Carista) che vende i dolci alle mandorle senza rilasciare ricevuta fiscale; al giornalista (Sergio Friscia) desideroso di potere raccontare una nuova stagione di guerra di mafia o al procuratore (Leo Gullotta sempre una spanna sopra la media) che cerca di infiltrare i due imbranati civili secondo un piano apparentemente infallibile. A queste figure maschili così deprimenti fanno da contraltare le forti figure femminili: Ester la moglie fedigrafa appassionata di yoga, la mamma (Mary Cipolla)  iperprotettiva e ipercalorica e Agata la vice questore determinata a incastrare l’imprendibile boss Padre Santissimo (Domenico Centamore). La fotografia di Ciprì esalta le splendide location sicule: si riconoscono il mare di Sciacca, la campagna di Piana degli Albanesi, le pianure di San Cipirello e il monastero nei pressi di Contessa Entellina. La comicità di Ficarra e Picone ha la leggerezza di una slapstick comedy alla Stanlio e Ollio o gli equivoci linguistici dei botta e risposta di Totò e Peppino.

Il tutto viene impreziosito da una satira sociale che strizza l’occhio alla classica commedia all’italiana (Monicelli, Germi). Espuntato da ogni eccesso di violenza o volgarità, lo sguardo comico del duo palermitano si colora di sfumature amare prendendo atto della miseria delle vicende umane. Il giudizio morale non è mai didascalico o retorico, ma spinge lo spettatore ad una presa di posizione: la mafia è pronta a rialzare la testa e a non essere più subordinata alla politica. Il monologo finale di Padre Santissimo non è solo il punto di vista di un delinquente che si è nascosto nella società civile scegliendo il basso profilo, ma un monito a non sottovalutare il fenomeno mafioso a maggior ragione quando sembra essere apparentemente ridimensionato. Sono spesso i piccoli compromessi e i tradimenti etici il terreno fertile per comportamenti di prevaricazione e ingiustizia. Tra La mafia non è più quella di una volta di Maresco e La mafia uccide solo d’estate di Pif, Ficarra e Picone propongono una variante anomala: la mafia è uno stato (alterato) mentale.

 

Creata da: Salvo Ficarra, Valentino Picone
Regia: Salvo Ficarra, Valentino Picone
Interpreti: Salvo Ficarra, Valentino Picone, Marianna Di Martino, Anna Favella, Leo Gullotta, Tony Sperandeo, Sergio Friscia, Maurizio Marchetti, Filippo Luna, Domenico Centamore, Sasà Salvaggio
Distrbuzione: Netflix
Durata: 29′ (1° ep.), 29′ (2° ep.), 26′ (3° ep.), 35′ (4° ep.), 28′ (5° ep.), 34′ (6° ep.)
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
3.14 (7 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array