La Universal, una delle case discografiche più riconosciute al mondo, rompe gli accordi con la piattaforma social TikTok, accusandola di non dare il giusto valore agli artisti musicali. Come ben sappiamo, TikTok è il social che più di tutti abbina musica e video e che in particolare modo dà rilievo alla musica del momento. Il social cinese nacque infatti come social “musicale”, diventato noto per balletti e lip-sync a tempo di musica. Questa diatriba ricorda molto quella avvenuta circa un anno fa tra Meta e Siae, che portò al ritiro temporaneo di moltissimi brani dalle piattaforme Meta, quindi Instagram e Facebook. Poco dopo la questione si risolse con un accordo transitorio. Ora è quindi la volta di Universal e TikTok. La Universal accusa la piattaforma di “di costruire un business basato sulla musica, senza pagare un giusto valore per la musica” e per questo motivo è pronta a ritirare i suoi milioni di brani a scadenza di contratto, cioè oggi. In breve, senza il raggiungimento di ulteriori accordi, da domani TikTok non avrà più la possibilità di accedere alle canzoni di artisti mondiali, tra quali i più importanti sono superstar del calibro di Taylor Swift, The Weeknd e Drake.

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La casa discografica ha affermato che la piattaforma social rappresenta solo l’1% delle sue entrate complessive. Inoltre preferisce ritirare i suoi brani per proteggere i suoi artisti dagli sconvenienti causati dall’intelligenza artificiale. TikTok ribatte accusando la Universal di falsa narrativa e retorica, affermando poi che la loro piattaforma rappresenta un mezzo potentissimo per riuscire ad arrivare ad un pubblico mondiale. Sottolinea inoltre che TikTok permette agli utenti la scoperta degli artisti più in voga e di avvicinarsi alla loro musica. A conti fatti però, lo scontro che si è creato è finalizzato ad un tornaconto economico da parte di due esponenti mondiali che strumentalizzano la musica sulla base di sistemi economici e totalmente al di fuori degli interessi degli artisti coinvolti. Si attendono magari prese di posizione da parte degli stessi artisti coinvolti perché il rischio, ancora una volta, è che siano i piccoli ad essere danneggiati

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