Intelligenza Artificiale: i moniti di Stephen Fry, le etichette di TikTok, l’e-commerce generativo cinese

Stephen Fry denuncia il “furto” della sua voce dagli e-book su Harry Potter. In Cina le live di e-commerce durano tutta la notte con i cloni digitali dei conduttori. TikTok introduce le etichette

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Termina finalmente lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, che dopo quasi cinque mesi di proteste e manifestazioni si è concluso con l’approvazione dell’accordo contrattuale proposto dal sindacato. Gli autori richiedevano una retribuzione consona al valore del loro contributo nella produzione cinematografica e, ancor di più, la garanzia di non essere spazzati via dalla progressiva ascesa dell’intelligenza artificiale. 

Stephen Fry e la clonazione digitale

L’intelligenza Artificiale rappresenta infatti una grande preoccupazione per tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo, che hanno il crescente timore di essere sostituiti dalle figure in digitale, create a loro immagine e somiglianza, di essere quindi strumentalizzati senza il loro consenso e senza retribuzione. Rilevante è stato l’intervento dell’attore e autore Stephen Fry al CogX Festival di Londra, il quale ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza di clonazione digitale senza il suo permesso. Stephen Fry ha mostrato concretamente i rischi che l’IA può comportare se non regolamentata, presentando al pubblico una clip di un sistema di IA che emulava perfettamente la sua voce per trattare un argomento di tipo storico.

“Hanno usato la mia lettura dei sette volumi dei libri di Harry Potter e da quel set di dati è stata creata un’intelligenza artificiale della mia voce, che ha realizzato la nuova narrazione” affermando poi che

“Quello che avete sentito non è il risultato di un mashup. Si tratta di una voce artificiale flessibile, in cui le parole sono modulate per adattarsi al significato di ogni frase”. 

Fry continua specificando che il fulmineo avanzamento della tecnologia incrementerà persino i filmati falsificati, che ricadranno su grandi nomi e celebrità. Si schiera dalla sua parte anche Simon Pegg, la star di Star Trek e Mission: Impossible, che durante la manifestazione di luglio a Londra, aggiunge

“Non voglio apparire in una pubblicità per qualcosa con cui non sono d’accordo… Voglio essere in grado di mantenere la mia immagine e la mia voce e sapere dove sta andando”.

Il vero timore dell’utilizzo mal disciplinato dell’IA infatti, è quello di vedere la propria immagine riflessa in contesti non condivisi; dare voce, in maniera inconsapevole, a pensieri di altri e vedere il proprio alter ego compiere azioni mai realizzate.

deepfake

L’ intelligenza artificiale promossa nelle piattaforme cinesi

Oltreoceano invece, le opinioni a riguardo sono diametralmente opposte e l’intelligenza artificiale non viene considerata nociva o degenerativa, ma al contrario, viene promossa. A dimostrazione di ciò, non mancano i centinaia di video in livestreaming a notte fonda su Taobao, la piattaforma di e-commerce più popolare della Cina, dove gli streamer offrono sconti e brandizzano i loro prodotti ininterrottamente. Se si guarda più attentamente però, notiamo che le movenze e la mimica espressiva degli influencer che pubblicizzano i loro brand, sono robotiche e innaturali. Il motivo è semplice: queste figure sono dei veri e propri avatar, clonati dall’intelligenza artificiale partendo dalle immagini reali dei veri streamer. Con lo sviluppo e il perfezionamento delle tecnologie, la riproduzione di immagini, voci e peculiarità umane, diventa sempre più vorticosamente immediata e accessibile. Le tecnologie deepfake sono quindi esplose sulle piattaforme streaming dell’e-commerce cinese, in quanto gli influencer più noti al pubblico, possono guadagnare un fatturato di oltre un miliardo di dollari in una sola notte. Il live-streaming è la miglior soluzione marketing del momento in Cina, a discapito del mercato tradizionale o digitale, ma questo comporta non poche problematiche.

La vendita live-streaming

Ma per quale motivo i clienti delle piattaforme e- commerce sono tanto attratti dalla vendita live-streaming? Lo spiega Huang Wei al MIT Technology Review, il direttore del business online della compagnia Xiaoice la quale, dopo un tentativo pilota,  ha lanciato ufficialmente il suo servizio di generazione di cloni digitali con meno di 1000 dollari:

“Per la maggior parte dei clienti i siti di e-commerce tradizionali sembrano solo uno scaffale di merci. È freddo. Nel livestreaming, c’è una maggiore connessione emotiva tra il conduttore e gli spettatori e si possono presentare meglio i prodotti”.

Secondo Huang, se i siti di e-commerce tradizionali sono un metodo distante dal cliente, al contrario il live-streaming rappresenta la soluzione più efficace per avvicinarsi al potenziale compratore, che si sente più sollecitato. Generare cloni digitali non è una pratica complessa, le aziende infatti hanno bisogno solamente di un minuto di video girato da uno streamer umano, che viene poi indirizzato nelle mani dell’intelligenza artificiale, la quale effettua la trasposizione falsificata. Nonostante la tecnologia deepfake presenti ancora qualche imperfezione, lo spettatore viene facilmente ingannato e spinto a comprare prodotti che gli sono stati proposti effettivamente da un clone. I brand in questione abusano di questa nuova forma di vendita, in quanto puntano, senza mezzi termini, ad abbassare i costi ed incrementare le vendite. 

live-streaming

TikTok introduce la funzione di etichettatura

Riassumendo, se da una parte, una grande quantità di lavoratori dell’industria cinematografica o comunque artistica, sta lottando per mantenere il controllo sulla propria identità e persona, dall’altra parte abbiamo una grande porzione di brand e aziende intenzionate a prevalere le une sulle altre sfruttando ogni possibilità che questa nuova potenza digitale ha da offrire. Al centro delle due visioni divergenti si pone la piattaforma TikTok, che ha deciso di introdurre la funzione di etichettatura dei contenuti generati in IA, così da riuscire a farli circolare, ma segnalando allo spettatore la loro natura fittizia. In questo modo, i contenuti come immagini e video deepfake possono continuare ad esistere, ma senza confondere il pubblico e prevenendo la diffusione di informazioni false. La funzione sarà disponibile per i creatori al momento del caricamento del video, senza il bisogno di andare a rietichettare i video pubblicati in precedenza.

Video di formazione e regolamentazione

Ma TikTok non si ferma e nel frattempo sta sviluppando anche un modo per rilevare e di conseguenza etichettare automaticamente i contenuti origine artificiale. L’UE sta premendo sulla regolamentazione delle nuove tecnologie sintetiche e sulla loro qualificazione, così da non cadere nella disinformazione pubblica. In aggiunta TikTok sta creando video formativi per educare gli utenti all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che verranno diffusi nelle prossime settimane all’interno della piattaforma, nel tentativo di aprire il dibattito sulla regolamentazione dell’utilizzo di queste tecnologie e di alfabetizzare gli utenti.

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