La programmazione di Fuori Orario dal 10 al 16 aprile

Su Fuori Orario da stanotte a sabato 16, maratora Cinico Tv. E poi Christi Puiu con Malmkrog e Thomas Heise con Heimat è uno spazio nel tempo

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Domenica 10 aprile dalle 2.10 alle 6.00

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

CINICO TV – TRENT’ANNI

a cura di Fulvio Baglivi

BLOB CINICO TV

(Italia, 1992, b/n, durata totale 265’)
Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco

Per i 30 anni di uno dei simboli più forti di RAI 3 (coi suoi programmi Blob e Fuori Orario), presentiamo  le schegge Blob Cinico TV trasmesse tra aprile e giugno del 1992.

In uno scritto del 1999, rimasto inedito, su una notte di Fuori Orario dedicata a Ciprì e Maresco, e recentemente pubblicata  in L’acquario di quello che manca, enrico ghezzi scrive tra l’altro:

“Dieci anni fa a Palermo, il lavoro comune di Daniele Ciprì e Franco Maresco, dopo alcune realizzazioni per la televisione locale TVM, dà vita a Cinico TV, la più formidabile saga della TV indipendente e d’autore del nostro paese, unica anche nel panorama internazionale. Fuori Orario cose(mai)viste, che comincia ad andare in onda a novembre dello stesso anno, e Blob (prima puntata 1989) diventano quasi subito i naturali interlocutori di Cinico TV, facendosene spesso invadere  e disseminare e risultandone il primo motore di diffusione”. E più oltre scrive che la notte di Fuori Orario a loro dedicata “mostra come lo schermo di Ciprì e Maresco non sia né grande né piccolo, ma senza dimensioni, come in Rossellini. E il loro è sempre  c i n e m a , anche nella più vignettistica delle strisce, anche nel più raffinato e minimale e video artistico degli ‘intervalli’. Annegata generata bruciata nella monumentalità del loro color biancoenero sontuosissimo, l’immagine celibe (mai vista una donna nel loro cinematv, se non in repertorio magicossessione) scopre a ogni istante una sacralità amorosa negativa del cinema, la passività memorial-femminile dello sguardo che si sente ferita fessura buco, passato istantaneo che provoca/attende la ri-visione/reazione del pubblico (volente o nolente) a occhi chiusi”.

Il bianco e nero contrastato, l’umanità mostruosa, i rutti e i peti mandati in prime time
scompaginarono le certezze dell’intellighenzia e sconvolsero la visione sonnolenta del pubblico.
A distanza di trent’ anni il mondo del ciclista Francesco Tirone, del petomane Giuseppe
Paviglianiti, del cantante fallito Giovanni Lo Giudice, delle ‘schifezze umane’ Carlo e Pietro
Giordano, dell’afasico uomo in mutande Miranda, dell’occhialuto Giuseppe Filangeri resta una delle vette critiche ed estetiche mai immaginate in Italia, che chiudono e rilanciano un secolo di cinema.
“Non urlo o risata fragorosa: urli muti, subito troncati, senza eco, e risate a freddo. Comicità minima e iperbolica”.

 

Venerdì 15 aprile dalle 1.20 alle 6.00

ARCHE NEL NAUFRAGIO DELLA STORIA

(PUIU, HEISE, SOKUROV) (1)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

MALMKROG             

(Malmkrog, Ungheria-Francia-Russia-Germania, 2020, col., dur., 201’, v. o sott. it.)

Regia: Christi Puiu

Con: Frédéric Schulz-Richard; Agathe Bosch, Marina Palii, Diana Sakalauskaité, Ugo Broussot, István Téglás, Zoe Puiu

Presentato alla Berlinale nel 2020 nella sezione Encounters dove ha vinto il premio per la miglior regia.

L’ultimo film del grande regista rumeno, spesso mostrato a Fuori Orario,  è tratto dall’opera I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, (conosciuto anche come Dialoghi sulla guerra, la morale e la religione) dello scrittore russo Vladimir Sergeevič Soloviev (1853-1900),  pubblicata nel 1899. Autore di numerose opere, Soloviev è stato filosofo, teologo, poeta, critico letterario, amico di Dostoievski, e forse perfino ispiratore del personaggio di Ivan Karamazov.

Puiu, che aveva già messo in scena il  testo in un atelier a Tolosa,  lascia intatta la forma dialogica  –  il confronto di cinque personaggi appartenenti all’aristocrazia o all’alta borghesia  dell’Europa ottocentesca che dialogano in francese all’interno della grande magione di un anziano possidente,  in un luogo che potrebbe essere la Transilvania.

I temi dei lunghi dialoghi – cadenzati dai rituali dei pranzi, e delle cene, dei te e dei brandy –  sono la natura del Cristo, il problema del male, la Resurrezione della carne, la libertà e la possibilità di salvezza, l’idea di Europa e  la guerra, la Russia e la religione universale, e, infine “Il racconto dell’Anticristo”, l’Apocalisse. Su tutto sembra già incombere la catastrofe dell’Europa del nuovo secolo che verrà.

Il film è caratterizzato da  un’attenzione formale e un senso della messa in scena non comuni nel cinema contemporaneo, con la macchina da presa che si muove e disegna geometrie seguendo i cambiamenti di visione e “posizione” (storica, politica, morale) dei dialoghi, e creando anche delle discrepanze cronologiche. Fino al di punto di rottura.

 

Sabato 16 aprile dalle 1.40 alle 6.30 

ARCHE NEL NAUFRAGIO DELLA STORIA

(PUIU, HEISE, SOKUROV) (2)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

FUORI ORARIO – L’ORIENTE ERA ROSSO  (prima parte)

(Italia, 1994, col., dur., 15’)

di Ciro Giorgini

La storica notte fuori orario realizzata  nel 1994 da Ciro Giorgini sugli avvenimenti seguiti alla caduta del muro di Berlino e al crollo dell’Unione Sovietica, attraverso uno straordinario e monumentale  montaggio di eveline, cronache, servizi della durata di oltre 7 ore . Un’opera enciclopedica nell’accezione rosselliniana in cui il rigore storico-scientifico si accompagna alla passione e al coinvolgimento etico e emotivo dell’autore, come sempre accade nell’opera di Ciro Giorgini, che sempre ci accompagna nell’avventura di Fuori orario.

HEIMAT È UNO SPAZIO NEL TEMPO      

(Heimat ist ein Raum aus Zeit, Germania, 2019, b/n, dur., 218’, v.o.sott.in it.)

Regia: Thomas Heise

Presentato nella sezione Forum del 69° Festival Internazionale del Film di Berlino (Berlinale).

Vincitore di molti premi internazionali tra cui ricordiamo miglior film al Festival di Nyon, premio Chantal Akerman al Festival di Gerusalemme e premio speciale della giuria al Festival di Montreal.

Di Thoms Heise Fuori orario ha presentato recentemente il precedente Material(2009)

Nato nel 1955 nella Repubblica Democratica Tedesca, Thomas Heise, dopo aver studiato cinema e lavorato come assistente, comincia fin dai primi anni Ottanta a scrivere opere teatrali e radiofoniche e a realizzare documentari che, fino alla caduta del Muro nel 1989, vengono tutti sistematicamente censurati e vietati. Dopo la riunificazione,il suo lavoro sulla cultura dell’Est e la sua attenzione per i temi più critici della storia e della società contemporanea tedesca, vengono definitivamente recuperati e riconosciuti. Heimat è uno spazio nel tempo si pone come la summa di questo percorso filmico e di vita. A partire dall’archivio personale – diari, lettere, fotografie, saggi e temi di gioventù – Heise, che legge ad alta voce e filma i materiali, viaggia lungo l’immenso territorio tedesco inseguendo le tracce della corrispondenza (treni, ferrovie abbandonate, strade bucate da voragini, paesaggi a perdita d’occhio, il campo di lavoro di Zerbst, le architetture di Mainz) e ripercorre la storia di quattro generazioni della propria famiglia (tra Vienna, Dresda e Berlino Est) mostrandone il legame indissolubile e la conversazione ininterrotta con la Storia nazionale e l’Europa: I e II Guerra Mondiale, la questione ebraica, il caso dei matrimoni misti, il comunismo, l’amore, il lavoro, l’arte, le speranze tradite di molteplici generazioni di donne e di uomini. Il Tempo, così ritrovato, condensa memoria e movimento in uno spazio che parla delle nostre origini e profetizza il secolo successivo. “Mi viene in mente una citazione di Stephen Hawking, che un buco nero è un gruppo di eventi a cui non si può sfuggire molto facilmente […] Il film è anche una riflessione su di me, o meglio una riflessione pubblica su come vedo le cose, cercando di portare la storia e le storie correlate al termine, non dissolte in riflessioni verbali, ma nel montaggio degli elementi del film nella sua forma attuale, che è una forma provvisoria. Niente è definitivo o finito”. (J. Cronk, Interview:Thomas Heise, Film Comment, 11 marzo 2020).

FUORI ORARIO – L’ORIENTE ERA ROSSO  (seconda parte)

(Italia, col., 1994, dur., 70’ circa)

di Ciro Giorgini

La storica notte fuori orario realizzata  nel 1994 da Ciro Giorgini sugli avvenimenti seguiti alla caduta del muro di Berlino e al crollo dell’Unione Sovietica, attraverso uno straordinario e monumentale  montaggio di eveline, cronache, servizi della durata di oltre 7 ore. Un’opera enciclopedica nell’accezione rosselliniana in cui il rigore storico-scientifico si accompagna alla passione e al coinvolgimento etico e emotivo dell’autore, come sempre accade nell’opera di Ciro Giorgini, che per sempre ci accompagna nell’avventura di Fuori Orario.

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array