La programmazione di Fuori Orario dal 18 al 24 giugno

Da stanotte a sabato, riprende il ciclo ‘rivista, varietà, avanspettacolo tra cinema e televisione, quello sul cinema di Luigi Di Gianni e focus su Federica Foglia ed Erik Negro.

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Domenica 18 giugno dalle 2.10 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

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presenta

LUCI DEL CINEMA’ (7) 

Rivista, varietà, avanspettacolo tra cinema e televisione 

a cura di Paolo Luciani

PRIMO AMORE

(Italia, 1978, col., dur., 111′)

Regia: Dini Risi

Con: Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Mario Del Monaco, Caterina Boratto, Riccardo Billi, Enzo Maggio

Un anziano comico d’avanspettacolo, costretto a vivere temporaneamente in una casa di riposo per attori, si innamora della bellissima cameriera. Incassati i soldi della liquidazione, decide di tornare al suo antico mondo, costruendo occasioni per la sua giovanissima star. Rimarrà amaramente deluso, il teatro di rivista non esiste più, i suoi interpreti sono invecchiati o scomparsi, così  i legami e i codici di comportamento e di amicizia  di quel mondo; non più sostituiti o riutilizzati dal cinema o dalla tv, ma cancellati dalla volgarità di massa delle nascenti televisioni private.

L’APPUNTAMENTO – MOVIE MOVIE. QUANDO SFILAVAMO IN PASSERELLA

(Italia, 1982, col., dur., 51′)

Di: Patrizia Pistagnesi e Rosellina Mariani;

Tra il 1982 e il 1983 Patrizia Pistagnesi e la sua coautrice Rosellina Mariani ampliano il giro d’orizzonte sul cinema popolare italiano, portato avanti dalla trasmissione tv MOVIE MOVIE, decidendo di andare alle radici del rapporto tra cinema, rivista, varietà, avanspettacolo. Si tratta di prendere atto di una nuova tendenza che investe il teatro, ma che anche la critica cinematografica di quegli anni contrappone a quella che era considerato una sottovalutazione tutta ideologico-politica del fenomeno e che poteva ormai fare leva sulla imponente rivisitazione avvenuta, anche a livello distributivo e popolare, della maschera e del cinema di Totò. Con il sottotitolo QUANDO SFILAVAMO IN PASSERELLA  e con la conduzione veramente straordinaria di Ugo Tognazzi, capace di interagire come “collega”, trovano spazio una serie di incontri unici ed eccezionali; in questa puntata abbiamo tre protagoniste della grande rivista pre e post bellica: Wanda Osiris, Elena Giusti, Isa Barzizza.

ALBUM PERSONALE DI ELENA GIUSTI  

(Italia, 1954,  b/n, dur., 20′)

Regia Vito Molinari

Con: Elena Giusti, Odoardo Spadaro, Fedrico E. Schuberth, Maria Palumbo, Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi

La Rai al suo esordio cominciò subito a rivolgersi al ricco bacino di professionalità e personaggi noti del nostro teatro di Varietà e di rivista Una importante testimonianza è rappresentata dal programma ALBUM PERSONALE DI.. in cui trovano spazio e consacrazione verso un pubblico diverso, ma certamente ancora lontano per quantità e frequentazione diretta da quello che ne aveva decretato il successo e la notorietà, personaggi di primo piano del nostro teatro di rivista, come Wanda Osiris, Ugo Tognazzi, Elena Giusti, Odoardo Spadaro. La Giusti è considerata, e a ragione, come una delle più innovative “primedonne” del nostro varietà, dal dopoguerra agli anni ’50.

MEZZANOTTE E DINTORNI 

(Italia, 1989.  col., dur., 26′)

Gigi Marzullo incontra Ugo Tognazzi in camerino durante una pausa de L’avaro di Moliere Tra il 1988 e il 1989 Ugo Tognazzi porta in tournée la sua personale interpretazione de L’AVARO, per la regia di Mario Missiroli. Un progetto che fu accompagnato da roventi polemiche ed incomprensioni tra il regista e l’attore, divisi e contrapposti su una serie di momenti della costruzione del personaggio. Quello che troviamo rispondere in maniera tra il divertito, il paradossale e l’amaro alle domande è un Tognazzi che  riesce a trasformare Marzullo in un personaggio lunare.

ALBUM PERSONALE DI UGO TOGNAZZI

(Italia, 1954, b/n, dur., 29’)

La Rai al suo esordio cominciò subito a rivolgersi al ricco bacino di professionalità e personaggi noti del nostro teatro di Varietà e di rivista Una importante testimonianza è rappresentata dal programma ALBUM PERSONALE DI.. in cui trovano spazio e consacrazione verso un pubblico diverso, ma certamente ancora lontano per quantità e frequentazione diretta da quello che ne aveva decretato il successo e la notorietà, personaggi di primo piano del nostro teatro di rivista, come Wanda Osiris, Ugo Tognazzi, Elena Giusti, Odoardo Spadaro.  In questa puntata dedicata ad  Ugo Tognazzi, vengono proposte le prima apparizioni  televisive di Tognazzi, quelle più vicine, anche cronologicamente, con la sua attività di rivista nel dopoguerra.

Regia: C. A. Chiesa

Con: Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Gildo Tognazzi, Maria Palumbo, Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi

IERI E OGGI – TOGNAZZI E VIANELLO

(Italia, 1968, b/n, dur., 52’)

Di: Leone Mancini e Lino Procacci; sigla animata di Giulio Cingoli; presenta Lelio Luttazzi

Con: Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Betty Curtis e i cantautori Daysi Lumini e Antonio Mastino.

La prima edizione di IERI E OGGI è giustamente considerato mil più famoso, imitato ed irripetibile programma di riproposizione di materiali televisivi. La vicinanza cronologica con l’inizio delle trasmissioni tv permette, ancora oggi, di confrontarsi e godere con momenti di storia televisiva italiana spesso ormai andati, nella loro interezza, definitivamente perduti. Ma è la struttura stessa del programma, che si avvale di un presentatore  come Lezio Luttazzi, protagonista lui stesso della storia della nostra tv dai suoi esordi,   con un pubblico sinceramente partecipe e così coinvolto  da annullare ogni sensazione di freno e di  controllo rappresentati dalla mancanza di diretta, il tutto con una cura dei testi e tempi scenici propri della nostra migliore televisione.

In questa puntata del 1968, con l’aiuto di Lelio Luttazzi, Tognazzi e Vianello (che già nelle iniziati dei loro cognomi, come fu notato, fanno TV…) ripercorrono la loro storia di protagonisti della scena, non solo televisiva, non tralasciano momenti critici nei loro rapporti con la censura ed anche personali.

 

Venerdì 23 giugno dalle 1.40 alle 6.00

SPAZIO BIANCO. FEDERICA FOGLIA/ERIK NEGRO

in collaborazione con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Fuori Orario dedica una notte a due giovani filmmaker, Federica Foglia e Erik Negro, come parte integrante del programma della sezione “Spazio Bianco” della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Il programma, frutto della collaborazione tra Fuori Orario e la Mostra, è curata da Fulvio Baglivi, Mauro Santini, Roberto Turigliatto e prosegue l’indagine sul cinema italiano di ricerca (sulla scia dell’esperienza della sezione pesarese di  “Satellite” e delle proposte  di Fuori Orario nel corso degli anni)  proponendo due percorsi in cui analogico e digitale concorrono alla creazione di nuove forme di racconto, morali  ed estetiche.

CURRENTS / PERPENDICOLARE AVANTI

(Canada – Italia, 2021-2022, col., dur.,18’)

Regia / Montaggio / Suono: Federica Foglia

Currents / Perpendicolare Avanti è un film collage in pellicola 16mm creato senza l’ausilio della telecamera con tecniche di animazione dirette su pellicola. Il film è centrato attorno all’esperienza autobiografica dell’artista come immigrata ed esplora le dinamiche dell’abitare più paesi e temporalità attraverso l’astrazione visiva e sonora, intrecciando e riciclando materiali cinematografici pre-esistenti e frammenti di film orfani altrimenti destinati all’oblio. Utilizzando questi cosiddetti scarti, Currents è un film fatto a mano attraverso l’uso della tecnica di Emulsion Lifting, ri-immaginando, ri-costruendo e de-costruendo così la liminalità della vita migrante. La riscrittura del sé in Currents è prodotta attraverso gli archivi degli altri, tramite un montaggio associativo e ripetuti atti performativi sulla celluloide.

VIDEORACCONTO DI FEDERICA FOGLIA
da una conversazione con Mauro Santini 

(Italia, 2023, col., dur., 15’)

Federica Foglia è un’artista visiva che opera tra il Canada e l’Italia.  La sua pratica si inserisce nel contesto del cinema sperimentale materialista con una particolare inclinazione verso il cinema tattile, riciclato, amatoriale, camera-less.  Attualmente sta lavorando ad un progetto che prevede lo sviluppo di tecniche analogiche ed eco-sostenibili di emulsion lifting (sollevamento dell’emulsione) con film orfani in 16mm provenienti da collezioni private e archivi di famiglia.

MIDSUMMER NIGHT’S DREAMS (COLOR SEPARATION TEST)

(Italia, 2022, col., dur.,9’)

Regia, fotografia, montaggio: Erik Negro
Con: Brunella De Cola, Barbara Elese e Simone Elese
“Un pomeriggio d’estate in collina, tre ragazzi e una vecchia macchina a nastro magnetico.
Suoni lontani e irriconoscibili, presenze oscure e modulazioni di frequenza.

Parole umane, suoni del cosmo, note di flagranza. Cosa resta del nostro passaggio?

Una scia di colore, forse, un’impressione di notte, un flusso di sogni.” (Erik Negro)

COME UNA PERLA MIMETIZZATA NELLE ALGHE

(Italia, 2022, col., dur.,129′)
Regia e fotografia: Erik Negro
Con: Margherita Assandri, Pietro Baccino, Simone Barisione, Pietro Martino, Serena Panaro, Eleonora Pirrone, Mathilda Malfatto, Serena Oliveri, Vittoria Orsi, Sara Valmorbida

Un film dedicato a Beppe Fenoglio, ai luoghi della sua vita e delle sue opere.

“Un racconto per immagini di un viaggio di due ragazzi, in quattro stagioni attraverso uno spazio unico alla ricerca di un’anima. Trattare per immagini il “materiale” Fenoglio porta a lavorare costantemente su un limite molto sottile che dal particolare si eleva all’universale. Un esperimento visivo che ha la Langa, e il suo destino, come scenario e motore imprescindibile, da guardare con linguaggi e strumenti sempre diversi. Il suono che si muove ciclico attorno alle parole e struttura la persistenza del paesaggio; infine, gli incontri, quello dell’autore, quello con gli archivi, quello di un’ altra generazione.Lo svelamento è parte del viaggio, più difficile è restituirne ciò che è stato, la matericità di una presenza sempre più viva che ancora abita quelle creste.” (Erik Negro)

FUORI ORARIO: FRACTIONS OF TEMPORARY PERIOD – LA VITA SOVRIMPRESSA

Conversazione tra Erik Negro e Roberto Turigliatto

(Italia, 2023, col., dur., 30’ca)

Conversazione realizzata da Fuori Orario il  3 giugno 2023 ad Acqui Terme, in cui l’autore riflette

sull’esperienza del suo “fare cinema”: il rapporto col tempo e i luoghi, il viaggio e l’erranza, i cineasti e musicisti che hanno segnato la sua vita, da Brakhage a Godard, da Bob Dylan ai Pink Floyd, le tante visioni di Fuori Orario.

ECHOES – FRAMMENTI PER FUORI ORARIO 2002-23

(Italia, 2023, col., dur., 33’)

Materiali e frammenti realizzati da Erik Negro per la puntata di Fuori Orario.

“Creare immagini, in fondo, è solo una possibilità, di ritrovare il tempo. Evocarlo, espanderlo, farlo implodere dentro di noi. Così le scene si fondono, si scompongono, si ampliano lasciano la nostra anima, e cominciano una loro vita, nel vuoto, nel cosmo. Il suono di una porta che si chiude, mostra con sé tutta la malinconia di ciò che è stato e la speranza di ciò che, in qualche modo, sarà” (Erik Negro).

NON C’E’(RA) NESSUNA DARK SIDE             

(Id., Italia, 2007-2021, col., e b/n, dur., 47’)

Di: Erik Negro

Una “pezzo” del film Non c’è Nessuna Dark Side rimontato da Erik Negro e Barbara Elese apposta per il ciclo di Fuori Orario Io è un altro.

Una scheggia dello straordinario lavoro che Erik Negro ha (s)composto in 12 anni, tra il 2007 e il 2019, che è stato presentato nel 2019 a Festival di Pesaro e poi a Rotterdam.

“Smontare (e rimontare) un “giocattolo” del genere ti obbliga a riguardarlo quasi come fosse una creatura estranea. Come sfogliare pagine casuali della biografia di una vita che non conosci anche se è tua, cercando un filo che possa idealmente legarle.

Scorrendo questo libro di impressioni alla ricerca di un’essenza sempre più distante e forse ormai così collettiva”. (Erik Negro  e Barbara Elese)

 

Sabato 24 giugno dalle 1.30 alle 7.00

LO SCHERMO IN MINIATURA. LA PRODUZIONE TELEVISIVA DI LUIGI DI GIANNI (1955-1999) (2)

a cura di Stefano Francia di Celle e Simona Fina

Fuori Orario presenta un omaggio alla produzione televisiva di Luigi di Gianni, regista con il quale il programma ha stabilito un forte legame nel corso degli anni. Oltre ad aver presentato grande parte dei documentari etnografici e a carattere sociale, Fuori Orario ha contribuito alla produzione del mediometraggio, Un medico di campagna (2011), dal racconto omonimo di Kafka. Il suo nome è indissolubilmente legato al documentario etnografico di cui è considerato il massimo esponente in Italia. Ma ridurre il suo lavoro a questo ambito sarebbe decisamente limitativo e comporterebbe l’omissione di una produzione, ancora poco conosciuta e cronologicamente antecedente a quella cinematografica che Di Gianni ha realizzato per la televisione, dove approdò nel 1955, rientrando tra i cosiddetti “quaranta immortali” che vinsero il concorso per entrare a lavorare nel servizio pubblico. In qualità di regista girò sceneggiati, documentari di diverso genere, riprese televisive di concerti musicali, regie televisive di importanti spettacoli teatrali (L’Ultimo nastro di Krapp e Atto senza parole, 1969 di Samuel Beckett con Glauco Mauri e Il cancelliere Krehler, 1972, di Georg Kaiser) e contributi per programmi a carattere scientifico, storico e sociale (L’Altra medicina, 1970; L’Archeologia, 1986; L’incredibile, 1988 e La storia siamo noi, 1999).

Il piccolo schermo si fa cornice di un sentire che caratterizza, fin da subito, le sue regie televisive, condotte sempre sotto il segno di una scelta: quella di far emergere in ogni lavoro le sue passioni più forti. Alla regia di spettacoli di varietà, prediligerà collaborare con autori a lui affini, come Paolo Emilio Levi (Il caso Pinedus, Jekyll, Ritratto di donna velata), autore dell’atto unico della pièce teatrale La frattura, che Di Gianni realizza nel 1956 con un giovanissimo Luca Ronconi nel ruolo principale. L’altra collaborazione con Levi si realizza due anni più tardi,  nel 1958, con L’ultima faccia di Medusa, prima fiction di fantascienza prodotta dalla RAI. Levi, come Di Gianni, è influenzato da autori del surrealismo e dai temi del dibattito filosofico e politico del secondo Novecento. L’esistenzialismo postbellico (Di Gianni si laurea in filosofia prima di entrate al Cento Sperimentale di Cinematografia di Roma) e la passione per Kafka hanno segnato in maniera indelebile la sua opera. Nel 1978 realizza Il Processo, dal romanzo omonimo, sceneggiato in due puntate trasmesso nel febbraio dello stesso anno dalla seconda rete. La ricca proposta dell’omaggio esprime la volontà di fare cinema. Le “incursioni” nella fiction televisiva rimandano al suo cinema e ai suoi elementi fondamentali, come le cupe digressioni oniriche che evocano il problema metafisico dell’uomo. Così come la grande attenzione agli aspetti musicali della creazione audiovisiva che lo porta a collaborare spesso con compositori importanti.

ATTO SENZA PAROLE

(Italia, 1969, b/n, dur., 20′)

Atto unico di: Samuel Beckett, Acte sans paroles,1956

Regia teatrale: Enrico D’Amato

Regia televisiva: Luigi Di Gianni

Con: Glauco Mauri (Un uomo)

Originariamente rappresentato con i due atti unici: L’ultimo nastro di Krapp, di S. Beckett e Storia dello zoo, di E. Albee, sotto il titolo Teatro Uno Jolly; debutto: Torino, 18 gennaio 1967, Teatro Carignano, Torino

Glauco Mauri è stato il primo interprete italiano di Atto senza parole. Un atto unico che rinuncia alla parola e decostruisce il linguaggio, esprimendosi attraverso la suggestione del mimo, delle gags grottesche che ricordano le prime comiche cinematografiche. Solo corpo e mimica per descrivere la condizione esistenziale dell’individuo che, dopo vari tentativi infruttuosi, viene ingannato dalla vita, che dapprima mette a sua disposizione i mezzi per soccorrerlo, e poi lo delude. Sollecitato dal suono di un fischietto e da oggetti calati dall’alto, si rappresenta lo scontro: l’uomo beffato tenta di barcamenarsi nell’esistenza e quando decide di farla finita viene nuovamente deriso dalla vita. Non resta che la voluta solitudine, l’indifferenza e il rifiuto.

“Far capire al pubblico che non è Beckett difficile e complicato, ma difficile e complicata è la vita. La vita che Beckett pur nella sua angoscia, ha saputo raccontarci con una sotterranea ma struggente pietà”. (Glauco Mauri)

IL CANCELLIERE KREHLER

(Italia, 1972, b/n, dur., 76’)

Regia: Luigi Di Gianni

Dramma in tre atti di: Georg Kaiser

Con: Gianrico Tedeschi, Milena Vukotic, Paolo Bonacelli, Elsa Albani, Gabriella Gabrielli, Enzo Tarascio, Giovanna Vivaldi, Vittorio Zizzari

Krehler è un impiegato modello che per tutta la vita ha lavorato non preoccupandosi del mondo circostante. Un giorno ci fa caso, guarda fuori della finestra, scopre una vita che non ha vissuto. Ora è troppo tardi, conclude mestamente Krehler e si suicida. Adattamento e versione televisiva di un testo classico della drammaturgia espressionista. Di Gianni ricorre all’innesto di ‘trasparenti’ sui quali scorrono immagini filmate della Germania di Weimar, al fine di conferire alla vicenda una posizione in bilico tra astrazione, rarefazione e riferimenti storici.

IL PROCESSO                          

(Italia, 1978, col., dur., 195‘)

Regia: Luigi Di Gianni

Con: Paolo Graziosi, Roberto Herlitzka, Mario Scaccia, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Leopoldo Trieste.

Una produzione Rai dal romanzo omonimo di Kafka. Sceneggiato in due puntate, per la durata complessiva di tre ore e dieci minuti. Una versione sospesa tra la corposità “realistica” ma non naturalistica dell’immagine e la rarefazione della “atmosfera” in cui ambienti e personaggi sono immersi.

“Nella impostazione del clima generale e nelle componenti scenografiche e recitative, ho cercato di evitare da una parte la pura astrazione, dall’altra un realismo parziale e riduttivo e di assumere la corposità e nello stesso tempo la dilatabilità dei dati reali (anche nell’ambientazione) che l’autore nitidamente suggerisce”. (Luigi Di Gianni)

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