La programmazione di Fuori Orario dal 5 all’11 febbraio

John Ford, Jafar Panahi e i corti Biograph al centro delle tre nottate su Rai 3

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CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
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Domenica 5 febbraio dalle 2.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

MAKING U.S.A. (INVENTARE UNA NAZIONE) –2 

a cura di Fulvio Baglivi

Fuori Orario presenta un ciclo in cinque puntate che mette insieme due cineasti letteralmente fondamentali per l’arte cinematografica: David Wark Griffith e John Ford. L’opera folgorante e magnifica di questi due autori, insieme a quella di pochi altri, tra cui Chaplin che dà il via al ciclo con l’immenso La febbre dell’oro, non solo resiste a qualsiasi tentativo di revisione storica ed è impermeabile alle mode culturali ma contiene in sé tutta la potenza e l’inventiva che ha avuto il cinema nel secolo scorso nonché il ruolo fondativo nel creare l’immaginario e la narrazione degli Stati Uniti D’America.

LA PATTUGLIA SPERDUTA

(The Lost Patrol, USA, 1934, b/n, dur., 69′, v. o. sott. it.)

Regia: John Ford

Con: Victor McLaglen, Boris Karloff, Wallace Ford, Reginald Denny

Una squadra dell’esercito inglese, nella Prima guerra mondiale, durante una missione nel deserto della Mesopotamia, perde l’orientamento avanzando senza alcun punto di riferimento. Soldati arabi nemici, dopo vari agguati, uccidono uno dopo l’altro gli inglesi, sopravvive solo un sergente salvato dall’arrivo di truppe inviate alla loro ricerca.

CORTI BIOGRAPH

(USA, 1908-1915)

Di: David Wark Griffith

I cortometraggi girati da David Wark Griffith per la Biograph Company segnano un momento fondamentale per lo sviluppo del cinema. Griffith, che proveniva dall’ambiente teatrale, inventa il cinema narrativo attraverso l’uso delle inquadrature e del montaggio, muta l’uso della fotografia e dell’illuminazione nonché porta una serie di tematiche e stile ancora oggi alla base del cinema statunitense. La sua opera straordinaria influenzerà praticamente tutti i cineasti, in quegli anni tumultuosi e pieni di inventiva degli inizi del ‘900 l’esperienza di Griffith incontrerà e segnerà autori e attori del cinema a venire da Stroheim a Lillian Gish a Mack Sennett.

IL MARE IMMUTABILE

(The Unchanging Sea, USA, 1910, b/n, muto, dur.,14’)

Con: Arthur V. Johnson, Linda Arvidson, Gladys Egan, Mary Pickford

Un marinaio salute la moglie e parte per un viaggio, un naufragio gli farà perdere la memoria e lo bloccherà su una spiaggia per molto tempo, finché un giorno non gli tornerà la memoria e ritornerà dalla famiglia.

UNO SGUARDO AI PELLEROSSA

(The Red Man’s View, USA, 1909, b/n, muto, dur., 11’)

Con: Ower Moore, James Kirkwood, Kate Bruce, Charles Craig

La deriva di una comunità di Nativi americani costretti a cercare una nuova terra dopo essere stati cacciati dai colonizzatori.

LA CAROVANA DEI MORMONI          

(Wagon Master, USA, 1950, b/n, dur., 83′)

Di: John Ford

Con: Ben Johnson, Harry Carey jr, Joanne Dru, Ward Bond, Jane Darwell.

Una carovana di mormoni in viaggio verso lo Utah, guidata da due cowboys, stringe amicizia con dei navajos e si muove temendo unicamente una banda di pericolosi fuorilegge. Capolavoro di John Ford, amato dalla critica, prodotto da Merian Cooper per la RKO, splendidamente fotografato da Bert Glennon in un bianco-nero memorabile.

 

Venerdì 10 febbraio dalle 1.40 alle 6.00

presenta

MAKING U.S.A. (INVENTARE UNA NAZIONE) – 3 

a cura di Fulvio Baglivi

Fuori Orario presenta un ciclo in cinque puntate che mette insieme due cineasti letteralmente fondamentali per l’arte cinematografica: David Wark Griffith e John Ford. L’opera folgorante e magnifica di questi due autori, insieme a quella di pochi altri, tra cui Chaplin che dà il via al ciclo con l’immenso La febbre dell’oro, non solo resiste a qualsiasi tentativo di revisione storica ed è impermeabile alle mode culturali ma contiene in sé tutta la potenza e l’inventiva che ha avuto il cinema nel secolo scorso nonché il ruolo fondativo nel creare l’immaginario e la narrazione degli Stati Uniti D’America.

IL TRADITORE                                                             

(The Informer, USA, 1935, b/n, dur., 80’)

Regia: John Ford

Con: Victor McLaglen, Heather Angel, J.M. Kerrigan, Margot Grahame, Preston Foster, Una O’Connor.

Gypo fa parte di un gruppo di ribelli irlandesi. Viene però cacciato per disobbedienza. Per vendicarsi, fa una soffiata alla polizia inglese che arresta Franckie. Pentito del suo gesto, Gypo sperpera i soldi della taglia guadagnati offrendo da bere a tutti. Sospettato dai suoi di essere il traditore non gli resta che provare a salvarsi.

CORTI BIOGRAPH

(USA, 1908-1915)

Di: David Wark Griffith

I cortometraggi girati da David Wark Griffith per la Biograph Company segnano un momento fondamentale per lo sviluppo del cinema. Griffith, che proveniva dall’ambiente teatrale, inventa il cinema narrativo attraverso l’uso delle inquadrature e del montaggio, muta l’uso della fotografia e dell’illuminazione nonché porta una serie di tematiche e stile ancora oggi alla base del cinema statunitense. La sua opera straordinaria influenzerà praticamente tutti i cineasti, in quegli anni tumultuosi e pieni di inventiva degli inizi del ‘900 l’esperienza di Griffith incontrerà e segnerà autori e attori del cinema a venire da Stroheim a Lillian Gish a Mack Sennet.

HIS TRUST

(Id., USA, 1911, b/n, muto, dur.,14′)

Con: Wilfred Lucas, Claire McDowell, Dell Henderson,

Un uomo si arruola tra i Confederati durante la Guerra Civile, lascia sua moglie e la sua bambina a un suo fedele schiavo nero. L’uomo muore in battaglia e la sua famiglia si salverà grazie alla bontà del suo schiavo di colore.

LA STANZA NASCOSTA

(The Sealed Room, USA., b/n, muto, 1909, 11’)

Con: Arthur V. Johnson, Marion Leonard, Henry B. Walthall

Un re fa costruire una stanza nascosta per lui e sua moglie. Quando scopre che lei lo tradisce con il trovatore proprio dentro quella stanza, li farà murare vivi. Ispirato al racconto La Grande Breteche di Balzac e Il barile di Amontillado di Poe.

I MOSCHETTIERI DI PIG ALLEY

(The Musketeers of Pig Alley, USA, 1912, b/n, muto, dur.,17′)

Con: Lillian Gish, Elmer Booth, Clara T. Bracy, Walter Miller

Un giovane e squattrinato musicista che viaggia spesso per lavoro biene derubato. Il ladro arriva a una festa dove è presente un altro fuorilegge che sta per rapinare la moglie del musicista. Il primo ladro aiuterà la donna e poi quest’ultima rimetterà a posto le cose anche tra questi e il marito.

CUORE DI MAMMA

(The Mothering Heart, USA, 1913, b/n, muto, dur., 23’)

Con: Lillian Gish, Walter Miller, Kate Bruce, Viola Berry

Una giovane coppia affronta le sfide della vita ma l’uomo più va avanti più abbandona i valori che lo contraddistinguevano. Solo quando la moglie lo abbandona e fa ritorno da sua madre il marito inizia a capire i suoi sbagli…

LA CROCE DI FUOCO                                               

(The Iron Cross, USA, 1947, b/n, dur., 95’)

Regia: John Ford

Con: Henry Fonda, Dolores Del Rio, Ward Bond, Pedro Armendariz

Liberamente tratto dal romanzo di Graham Greene Il potere e la gloria (1940) è lòa storia di un prete braccato dalla polizia in uno Stato sudamericano, una donna e un fuorilegge provano ad aiutarlo ma lui preferisce alla fine affrontare il suo destino. L’intensa fotografia in bianco e nero di Gabriel Fugueroa lascia un segno forte su tutto il film.

 

Sabato 11 febbraio dalle 0.45 alle 7.00

presenta

L’ETERNO VIAGGIO FRA VITA E CINEMA DELLA NOUVELLE VAGUE IRANIANA

Il cinema di Jafar Panahi

Fuori Orario omaggia con la prima visione tv di due dei suoi film più recenti il cineasta iraniano Jafar Panahi, che dal 2010 ha già scontato sei anni di carcere, ed è stato nuovamente arrestato nel luglio 2022 dalle autorità iraniane con l’accusa di attività anti-governative e rilasciato proprio venerdì sxcorso.

TAXI TEHERAN              PRIMA VISIONE TV

(Id., Iran, 2015, col., dur., 83′  v.o. sott.it.)

Regia, soggetto, sceneggiatura, montaggio, fotografia: Jafar Panahi

Con: Jafar Panahi, Hana Saeid

Premiato con l’Orso d’oro alla Berlinale 2015 da una giuria presieduta da Darren Aronofsky

Taxi Teheran ritrae il regista Jafar Panahi mentre percorre le strade della sua città fingendo di essere un tassista a pagamento. Vuole solo ascoltare un pezzo di vita dei suoi passeggeri e rifiuta qualsiasi pagamento per il servizio. I passeggeri e le loro storie si susseguono: un uomo di mentalità conservatrice che sostiene la pena capitale, una donna che ne sostiene l’abolizione, un venditore di video pirata, due anziane signore molto superstiziose… Alla fine, Panahi va a prendere la nipote Hana a scuola. La ragazza discute di cinema e vuole il consiglio di Panahi per un cortometraggio che deve girare per un progetto scolastico. Hana trova nel taxi una borsetta dimenticata da una delle due donne anziane e allora lei e Panahi si mettono in viaggio per restituirla.

TRE VOLTI         PRIMA VISIONE TV

(Trois visages, Iran, 2018, col, dur., 99’, v. o. sott., it)

Regia: Jafar Panahi, Nader Saeivar

Con: Behnaz Jafan, Jafar Panahi, Marziyeh Rezaei, Maedeh Erteghaei, Narges Delaram

Presentato in Concorso al Festival di Cannes e vincitore del Prix du scenario per la miglior sceneggiatura

L’attrice Behnaz Jafari e il regista Jafar Panahi ricevono un video girato con uno smartphone in cui una ragazza che vive in un paese sperduto nel Nord-Ovest dell’Iran minaccia il suicidio perché i suoi sogni di fare l’attrice sono ostacolati dalla famiglia e dalla gente del villaggio. La ragazza ha superato il difficile esame di ammissione all’Accademia e non sa come fare. Panahi e Behnaz Jafari partono in auto per andare a verificare l’accaduto. Durante il viaggio avvengono diversi incontri bizzarri con personaggi e tradizioni locali. Alla fine si scopre che Marziyeh vive, emarginata dal villaggio, con altre due aspiranti attrici in una minuscola casa.

MATTONE E SPECCHIO                      

(Brick and Mirror / Khesht o ayeneh, 1963-1966, versione restaurata del 2016, b/n, 125’, v.o. sott. it.)

Regia e sceneggiatura: Ebrahim Golestan

Con: Zackaria Hashemi, Taji Ahmadi, Jalal Moghadam, Masoud Faghih, Parviz Fannizadeh, Manouchehr Farid, Forough Farrokhzad

A Teheran, nel 1963, all’indomani del colpo di stato. Il tassista Hashem trova nella sua vettura un bambino in fasce, lasciato da una donna velata che aveva trasportato. Trascorrerà la giornata in una ricerca vana della madre.  In una Teheran tentacolare, vera e propria giungla urbana, Golestan mette in scena quasi in presa diretta un clima di incertezza, di paura, di corruzione e di tradimento. Il titolo allude a una poesia di Farid al-Din Attar (“Ciò che i vecchi vedono in un mattone/ i giovani vedono in uno specchio”).  “La forma del soliloquio riflette sia l’ammirazione di Golestan per Orson Welles, sia la tradizione orale e il frequente uso della metafora nella cultura persiana” (Ehsan Khoshbakht).

Film chiave della nouvelle vague iraniana, Mattone e specchio viene oggi considerato un capolavoro incompreso nella sua epoca. Primo film in presa diretta del cinema iraniano, fu girato da una troupe di sole cinque persone nel corso di diversi mesi durante i quali la lavorazione fu interrotta più volte a causa degli eventi politici e delle proteste per l’arresto dell’Ayatollah Khomeini. La collaboratrice principale di Golestan fu la grande poetessa Forough Farrokhzad, anche montatrice e occasionalmente attrice nonché regista di La casa è nera.

 

 

 

 

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