La Storia, di Francesca Archibugi

La serie scorre fluidamente nel raccontare le vite e l’interiorità dei personaggi ma si perde nelle scene d’azione nelle trincee o sotto i bombardamenti. Grand Public

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La nuova serie di Francesca Archibugi (Gran Public alla Festa del Cinema di Roma, presente anche nel 2022 con Il colibrì) inizia con un discorso di Mussolini alla radio, un discorso d’odio che apre al mondo che stiamo per esplorare: il ventennio fascista. Nora sta preparando in fretta e furia la sua fuga dall’Italia, visto che oramai quelli della sua “razza”, gli ebrei, sono considerati nemici del Duce, quindi da eliminare a tutti i costi. Poi il focus si sposta immediatamente su Ida (Jasmine Trinca) e suo figlio adolescente Nino. Quindi si assiste alla sua crescita, e al fascismo che plagia la sua giovane mente; accecato dalla forza della nascente nuova Italia sogna di arruolarsi e combattere in guerra.

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La Storia è un affresco ben delineato e lucido della Roma degli anni ’40. La caratterizzazione dei personaggi è tangibile e sentita, ogni elemento emotivo è gestito ottimamente. La serie è un adattamento del romanzo omonimo di Elsa Morante (già portato sullo schermo e in tv da Luigi Comencini nel 1986) e l’impianto collettivo della narrazione risulta tendere verso un certo racconto di formazione. Pensiamo al caos che pervade la famiglia di Nina, che si espanderà, includendo un secondo figlio, Giuseppe detto Useppe, e un cane trovatello. Il modo che madre e figlio hanno di relazionarsi e la crescente aura conflittuale è direttamente proporzionale alla crescita umana dei protagonisti, nonché al clima di terrore bellico esterno a loro, impossibile da controllare. Questa dicotomia tra dentro e fuori, intimismo e collettività è un segno della riuscita negli intenti e nella messa in scena, che collaborano pienamente e in armonia.

L’unica vera nota dolente ne La Storia sembra essere nei momenti di caos distruttivo; lo sguardo nelle trincee o sotto i bombardamenti appare indeciso nella costruzione di quelle scene . Poi, nel ritorno alla “tranquillità” delle vite dei personaggi, Francesca Archibugi sembra riprendere il controllo e La Storia torna a scorrere ottimamente.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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