Lelio Luttazzi, il giovanotto matto

Il musicista è morto la scorsa notte. Aveva 87 anni

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lelio luttazziLelio Luttazzi è morto la scorsa notte, nella sua casa nei pressi di piazza dell’Unità d’Italia, a Trieste, la città in cui era nato nel 1923. A dare la notizia della scomparsa è stato l’agente Roberto Podio, amico di lunga data. Da tempo Luttazzi era affetto da una neuropatia. Un artista a trecentosessanta gradi. Musicista e compositore, innanzitutto, ma anche showman e attore, Luttazzi fu uno dei pochi a introdurre nella musica italiana i ritmi e le strutture del jazz e dello swing. Tra le sue canzoni di maggior successo Una zebra a pois, scritta per Mina, Vecchia America, Souvenir d’Italie, Il favoloso Gershwin, Promesse di marinaio, El can de Trieste. La sua carriera prende il via negli anni della guerra, grazie all’incontro con il cantante torinese Ernesto Bonino, per cui scrive Il giovanotto matto. Il successo spinge Luttazzi a intraprendere a tempo pieno la carriera di musicista. Così agli inizi degli anni ’50 diventa direttore dell’orchestra d’archi della RAI. Nel ’55 fa il suo esordio, come direttore d’orchestra, in una trasmissione televisiva: si tratta di Musica in vacanza, programma di varietà, a cui lavorano, tra gli altri, il musicista Gorni Kramer e gli attori Isa Bellini, Paolo Ferrari, Alberto Bonucci, Adriana Serra. E’ l’inizio di un successo televisivo travolgente, che vede Luttazzi anche nei panni di presentatore in programmi ormai mitici: Studio Uno, al fianco di Mina, Doppia coppia, Teatro 10, Ieri e oggi, Il paroliere. Ben presto anche il cinema si accorge di lui: come compositore (Totò, Peppino e la malafemmina, Totò lascia o raddoppia, Venezia, la luna e tu) e come attore (L’avventura di Michelangelo Antonioni, L’ombrellone di Dino Risi). Ma la voce e il ricordo di Luttazzi sono indissolubilmente legati alla trasmissione radiofonica Hit Parade, vetrina settimanale dei dischi più venduti.  E’ l’apice del successo. Ma il destino è in agguato. Nel 1970, proprio nel periodo di maggior fama e fortuna, Luttazzi è costretto ad affrontare un’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. Un caso dai contorni poco chiari in cui vengono coinvolti anche Walter Chiari e Franco Califano. L’inchiesta parte dall’intercettazione di una telefonata tra Chiari e Luttazzi. Il musicista viene arrestato e, dopo ventisette giorni di prigione, liberato e scagionato. Ma il linciaggio mediatico è inarrestabile. Nonostante la riabilitazione, Luttazzi si ritrova solo e, a poco a poco, dirada gli impegni pubblici e le apparizioni televisive, fino a ritirarsi a vita privata. Negli ultimi anni, è stato ospite d’onore in varie trasmissioni, al fianco di Fiorello, Costanzo, Fabio Fazio. Nel 2009 è apparso al Festival di Sanremo, dove ha duettato con Arisa e ha riproposto alcuni vecchi successi. E sempre nel 2009, il 15 agosto, ha tenuto a Trieste l’ultimo concerto dal vivo. Un omaggio alla sua città, ai luoghi amati. E, proprio per ricambiare quest’amore, Trieste gli tributerà l’ultimo saluto, con l’allestimento della camera ardente nella sala del consiglio comunale. (a.s.)
 
Lelio Luttazzi e Mina in Ieri e oggi
 
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