LIBRI DI CINEMA – "Kim Ki-duk", di Davide Morello

In questa monografia sono analizzate le tematiche e le forme ricorrenti nel cinema del regista coreano: la violenza, l'istinto di morte, l'erotismo, la figura femminile, il tema del doppio, il linguaggio del corpo e degli oggetti, i mondi chiusi della ripetizione, la soggettività

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KIM KI-DUK

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Davide Morello


Cafoscarina


finito di stampare nel giugno 2006


159 pag. – 12,00 euro


 


 


Il fascino e l'originalità del cinema di Kim Ki-duk risiedono nella capacità di offrire storie ed immagini forti, pregnanti e singolari. Immagini e storie cariche di una tensione poetica e drammatica che comunicano al di là del necessariamente visibile o udibile. Lo scarto tra il vedere e il non vedere, il sentire e il non sentire, la metafora della visione, la pratica del silenzio e del mutismo sono punti saldi di una comunicazione ambigua e misteriosa, imperfetta o semplicemente impregnata di umanità, spiritualità e irrazionalità, in mondi dominati dalle pulsioni.


I mondi di Kim Ki-duk sono dei labirinti in cui i protagonisti cercano una via di fuga, bloccati in luoghi che tornano a presentarsi e a ripetersi come gli incontri e gli scontri fra i personaggi. Il percorso è tanto interiore, religioso o magico quanto concreto e visivo nella costituzione di un universo pieno di punti ciechi e "sordi".


Ma a smarrirsi è anche lo spettatore, costretto continuamente a ritrovare la sua posizione. Nella poetica di Kim Ki-duk c'è la tradizione coreana con le sue componenti socio-culturali e le sue contraddizioni, il melodramma classico coreano che ben ingloba i valori portanti della società, il cinema dei generi, quello hollywoodiano, la pittura e il cinema moderno. Tutti questi elementi si compenetrano in uno stile e una riflessione che Kim Ki-duk persegue in un progetto che trova conferma in ogni suo nuovo film. Oriente e Occidente, la leggerezza e la contemplazione, il paesaggio e la sospensione coesistono con la tensione del dramma, la suspense, il gangster film, il poliziesco, il serial killer e ancora con la modernità, la sua relatività delle coordinate spazio temporali, lo sguardo distaccato, antidrammatico, la ripetizione e la componente autoriflessiva.


Nel libro è contenuta una breve e curiosa intervista a Kim Ki-duk, rilasciata per mezzo e-mail nel novembre 2005. Un'intervista in cui l'autore coreano risponde alle precise domande di Davide Morello con aforismi: "Tutto in questo mondo getta lo sguardo e viene guardato: è la condizione per esistere", "L'acqua significa il movimento della vita", "Penso a tutte le discipline: scienza e religione sono la stessa cosa", "Penso che tutto nel mondo sia lo stesso. Come dire che il bianco e il nero sono la stessa cosa", "Penso che le locations siano versioni in miniatura del mondo in cui viviamo".

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