Michael Bay produce il remake di "Non Aprite quella porta"

“The Texas Chainsaw Massacre” è, oggettivamente, per una generazione allevata dentro un brodo di orrore letterario, non solo un archetipo dello splatter, ma un salutare scossone che la costrinse a guardare in faccia la mostruosità del sogno americano.

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Il 2003 è appena cominciato, ma a ventinove anni di distanza il ricordo di The Texas Chainsaw massacre (1974)  di Tobe Hooper è più che mai vivo. E non solo per gli aficionados dell'horror.  Se ci si volta a ripercorrere i giorni del new horror americano e delle sue visioni finalmente shockanti,  si ripensa a pagine cinematografiche di grande valore, scritte da cineasti che utilizzavano il terrore  come un'ostinata difesa degli indipendenti contro l'avanzata delle majors hollywoodiane. The Texas Chainsaw Massacre (conosciuto da noi come Non aprite quella porta) è, oggettivamente, per una generazione allevata dentro un brodo di orrore letterario, non solo un archetipo dello splatter, ma un salutare scossone che la costrinse a guardare in faccia la mostruosità del sogno americano. Ritrovandosi in pieno nelle vittime del "massacro della motosega in Texas", complice la disoccupazione post-nixoniana, che permetteva a Leatherface, il cuoco, l'autostoppista e il nonno incartapecorito, di trasformarle in alimenti buoni per Mc Donald. E ora che sta scoccare il trentesimo anniversario, Michael Bay con la Radar Pictures, la Platinum Dunes e la Next Entertainment, si sofferma su questo capolavoro producendo un remake da affidare al regista Marcus Nispel, autore di videoclip per Britney Spears, Spice Girls, Puff Daddy, George Michael e spot per  Kodak, Nike, e Coca Cola.. L'intenzione di Michael Bay è quella di riconfigurare il terrore di The Blair Witch Project, a prescindere dall'orrore documentaristico dell'originale. Distribuisce la New Line, che proprio attraverso una riedizione dell'originale, nel 1983 incamerò incassi miliardari, con giovani attori come Jessica Biel, Eric Balfour, Lauren German, Erica Leerhsen, Jonathan Tucker, e Mike Vogel . Rientrano nei ranghi veterani del primo capitolo come il direttore della fotografia Daniel Pearl e il fonico Wayne Bell (Waking Life di Linklater) e scartata così una  sceneggiatura dei creatori Hooper e Kim Henkel, ci ha pensato a riscriverla in toto il giovane Scott Kosar, prossimamente al lavoro con i fratelli Coen. Si tratterà di un flashback dove Sally, sopravvissuta alla motosega di Leatherface, rievocherà gli orrori da lei sperimentati. Anche il budget rievoca quello striminzito del prototipo. Si assottiglia di molto rispetto ad altri progetti del produttore, rischiando di  perdersi sotto il peso poco soverchiante delle cifre: 15 milioni dollari che contrastano con molte produzioni hollywoodiane. A calamitare l'attenzione sul remake dovrebbe essere secondo i realizzatori anche il soundtrack curato da Marilyn Manson, che pubblicherà parallelamente  all'uscita americana (31 Ottobre 2003) un nuovo album. La saga infine ha lanciato coi suoi quattro episodi  precedenti  star come Renee Zellweger, Matthew McConaughey e Viggo Mortensen.

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