"Mission: Impossible – Protocollo Fantasma", di Brad Bird
Bird smantella gli schermi della saga più hi-tech di Hollywood e li sostituisce alla retina stessa degli occhi di Cruise e Renner; gioca a ingannare prospettive e percezioni oculari, recupera struttura e atmosfera da grande storia di spionaggio; poi però getta fumo sull'immagine d'insieme, rende difficile la vi(s)ta a Cruise e a Robert Elswit. Tom Cruise, fatelo sapere a Dujardin, si conferma qui il vero artist di un cinema che continua a riflettere incessantemente sulla propria velocità, e sulla propria evanescente “superficialità"
Pensiamo alla sequenza nella tempesta di sabbia a Dubai, che per smarrimento di coordinate ci riporta al simile sandstorm dentro cui il satellite perdeva Di Caprio in Nessuna verità di Ridley Scott: solo che stavolta il GPS continua a funzionare, e l'inseguimento prosegue. Sembrano in effetti infallibili e indistruttibili gli i-phone messi in mano agli agenti di Protocollo Fantasma, quasi come unica arma da cui non separarsi mai: ma se Bird da un lato pare portare avanti un film tutto digitale, dall'altro vuole mantenerne ferma e costante l'attenzione sulla componente umana – emblematico è lo scontro finale nel parcheggio verticale con rampe mobili, che sembra davvero quasi un livello di un videogame di quelli in cui i personaggi si affrontano piroettando per aria su piattaforme poste ad altezze differenti, dunque proprio quello che in gergo viene chiamato un platform, tipologia però paradossalmente obsoleta nel mondo videoludico. Come i metodi messi in campo questa volta dal team, che prevedono i cari vecchi camuffamenti e scambi di personalità, anche decisamente rocamboleschi e raddoppiati/incrociati in contemporanea, e pericolosi abbordaggi grazie all'irresistibile fascino femminile di Paula Patton.
E Cruise? Nonostante l'i-phone, è preda anch'egli dei capricci della tecnologia, come nella già leggendaria sequenza in free climbing sulla liscia superficie del grattacielo più alto di Dubai, in cui uno dei due guanti a ventosa grazie ai quali Hunt si aggrappa sui vetri smette a intermittenza di funzionare, finché Ethan non è costretto a disfarsene. Cruise sembra qui riallacciarsi più al Roy Miller di Innocenti Bugie che all'icona dei M:I – sin dalla strepitosa fuga dal penitenziario, in cui dialoga a distanza attraverso le telecamere a circuito chiuso con Simon Pegg mediante gesti e smorfie esagerati, si rivela per essere lui il cartone animato che Brad Bird si ritrova stavolta a dirigere: con il piglio quasi ormai brechtiano che da sempre ricollega i film di Ethan Hunt alle maschere perlacee indossate in Vanilla Sky e Eyes wide Shut, Tom Cruise, fatelo sapere a Dujardin, si conferma il vero artist di un cinema che continua a riflettere incessantemente sulla propria velocità, e sulla propria evanescente “superficialità”: il più grande divo vivente.
Titolo originale: Mission Impossible Ghost Protocol
Regia: Brad Bird
Interpreti: Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Paula Patton, Michael Nyqvist, Lèa Seydoux
Origine: USA, 2011
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 132'