Morto il pittore Fernando Botero

Il più celebre pittore e scultore colombiano, passato alla storia dell’arte per i suoi soggetti voluminosi, è scomparso il 15 Settembre. Lascia il boterismo, l’iconografia delle opere ma nessun erede

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Esageratamente voluminoso come uno dei soggetti delle sue opere, il cordoglio che la città nativa di Medellín ha tributato al suo figlio più famoso è forse il correlato migliore che la sua arte potesse avere: sette giorni di lutto nazionale, un’intera settimana (come per un capo di Stato!) in cui fermarsi a ricordare il valore e l’importanza di Fernando Botero Angulo, il pittore colombiano scomparso il 15 Settembre nella sua casa del Principato di Monaco. Per una volta anche i saluti istituzionali sono sembrati congrui all’importanza della dipartita. “È morto Fernando Botero, il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtù. Il pittore della nostra violenza e della pace“, ha scritto infatti con giusta misura sul social X il presidente della Colombia, Gustavo Petro, commentando il giorno dopo la notizia della morte dell’artista più importante del suo Paese. Se ne va così a 91 anni d’età uno degli uomini che ha segnato in maniera più “facile” la storia dell’iconografia mondiale del Novecento con i ritratti a tutto colore e a tutto tondo delle sue donne (soprattutto) e dei suoi uomini pingui, con le sue sculture dilatate nelle forme e nei volumi che tanto stridono a confronto con una monumentalità quasi sempre ancora virata verso prestanza e gradevolezza fisica. Al momento della morte, come riportato dall’amatissima figlia, Botero si trovava nel suo studio a Montecarlo, donatogli dal Principe Ranieri per dipingere “per tutta la vita” ed in cui aveva scelto di passare i giorni di degenza domestica dopo una polmonite che l’aveva costretto al ricovero in ospedale. Precursore di quella che è oggi mediaticamente conosciuta come body positivity, Fernando Botero ha esasperato l’influenza dell’arte rinascimentale italiana e di quella murale sudamericana con i suoi soggetti giganti arrivando, dopo il giovanile e ben presto accantonato interesse per l’astrattismo, a dipingere quasi esclusivamente visi rubicondi, persone comuni e allegramente sovrappeso, rivisitazioni con qualche chilo in più di personaggi e colleghi del passato. Eppure il pittore colombiano non era mosso da passione adipofila ma la sua era una precisa ricerca stilistica incentrata sull’espansione dell’oggetto e dei volumi nello spazio. Come più volte ha infatti dichiarato lo stesso artista: “Non dipingo donne grasse. Nessuno mi crede ma è vero“, spiegava al quotidiano spagnolo El Mundo in un’intervista recente. “Quello che dipingo sono i volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo anche con il volume, se dipingo un animale è volumetrico, anche un paesaggio. Mi interessa il volume, la sensualità della forma. Se dipingo una donna, un uomo, un cane o un cavallo, lo faccio sempre con questa idea del volume“.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Forse ulteriormente infastidita da un uso del colore abbastanza semplice che rifiutava le ombreggiature per basarsi su campiture monocordi, la critica specialistica non gli ha però mai riconosciuto un posto importante nella storia dell’arte. Gli studiosi infatti non gli perdonavano le caricature pachidermiche ed un segno distintivo così facilmente replicabile, allo stesso tempo riconoscibile anche da chi non frequentava il mondo della pittura e così facilmente commercializzabile. “I critici hanno sempre scritto con rabbia e furore su di me per tutta la vita“, si lamentava a ragione Botero. Come ricorda infatti il pezzo che il Washington Post ha scritto dopo la notizia della sua morte, alcuni strali passavano il limite. Tra i tanti, la testata statunitense riporta a mo’ di esempio il feroce giudizio di un recensore di Art News che definì i protagonisti delle sue opere “feti generati da Mussolini con una contadina idiota“. L’interesse verso l’abbondanza senza freni di carni e misure, la volontà di ritrarre solo chi si lascia andare con gioia all’eccesso – i suoi personaggi sembrano sempre accettare serenamente il loro fisico plus size – e di evitare quasi accuratamente i grandi temi e le grandi riflessioni è stata una scelta poetica dettata da una certa tendenza caratteriale. Botero stesso aveva ammesso qualche anno fa: “Un artista è attratto da certi tipi di forme senza saperne il motivo. Prima adotto una posizione per istinto, e solo in un secondo tempo cerco di razionalizzarla o anche di giustificarla“. Eppure, nonostante quest’ecumenico favore di pubblico, bisogna ricordare la svolta filosofica del 2005, avvenuta nel pieno del successo e a 70 anni suonati, quando con la serie Abu Ghraib, composta da 50 opere cariche di violenza e dolore, denunciò i terribili abusi subiti dai prigionieri iracheni nel’omonimo statunitense, nazione che fino a quel momento insieme all’Italia l’aveva omaggiato con importanti riconoscimenti. Forse è stato proprio questa refrattarietà critica il motivo di un successo sicuramente cercato, come dimostra la prolificità di una produzione che annovera oltre 3000 dipinti, 200 sculture e innumerevoli disegni, ma che è stata anche ottenuta senza cedere ai dettami algoritmici di un mercato dell’arte profondamente elitario anche quando è digitale. Così spiegava lo stesso Botero: “Bisogna descrivere qualcosa di molto locale, di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere compresi da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso di profondamente religioso legato alla mia realtà, per poter essere universale“. E se la cantante Lizzo nel 2023 può apparire sulla copertina di People rivendicando universalmente di essere grassa lo dobbiamo un po’ anche alla parrocchialità di Fernando Botero

 

 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array