Musica, cinema, archivi e indipendenza. Sentieri Selvaggi racconta gli NFT

Nell’incontro organizzato da Sentieri Selvaggi, si è discusso di NFT, il fenomeno del momento, per comprenderne ed esplorarne le potenzialità. Ecco cosa ci hanno raccontato i nostri ospiti

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Gli NFT sono protagonisti di una rivoluzione che, grazie alla tecnologia blockchain, trasforma le opere e i prodotti artistici in oggetti digitali unici da collezionare. Ne abbiamo parlato in un talk live con interventi di Andrea De Bartolis, Federico Bo, Alessandro Izzo dei Licaoni e Marco Borrelli dei Marcondiro.

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Di cosa parliamo quando parliamo di NFT? Federico Bo, esperto di blockchain di cui scrive anche per SentieriSelvaggi21st, chiarisce il significato della parola, uno dei termini diventati di uso comune per le nuove generazioni. Parola nata una dozzina di anni fa e che indica un database che raccoglie le transazioni delle nuove monete digitali. Le due principali sono Bitcoin e Ethereum, due cripto-valute interscambiabili che inizialmente risultavano incerte. Per ovviare a questa incertezza, nel 2017 è stato creato uno standard che prende il nome di NFT (Non Fungible Token), ovvero un contratto digitale che certifica l’autenticità e la proprietà di un bene digitale o la copia digitale di un bene fisico. Gli NFT, spiega Federico Bo, sono oggetto di grande attenzione nel mondo dell’arte. Nel 2021 c’è stato un giro di affari pari a 4 miliardi di dollari. Possono esseri considerati come delle azioni di un progetto cinematografico, audiovisivo e musicale. Il dibattito si sposta sul concetto di fisicità degli NFT, in quanto, non trattandosi di un bene concreto, superano il concetto di proprietà materiale. Secondo Andrea De Bartolis, docente del workshop “NFT per l’audiovisivo”, ci troviamo davanti ad una rivoluzione proprio dal punto di vista della proprietà, perché chi crea un NFT dà vita ad un’opera con un contenuto digitale unico. Sempre prendendo a esempio il cinema, basta pensare ai nuovi mercati che potrebbe sfruttare una distribuzione di un film. Tradizionalmente una pellicola passa dalle sale per finire sulle piattaforme. Attraverso gli NFT si può creare una sorta di merchandising digitale.

Possiamo quindi dire che quello degli NFT è un mondo nuovo e rivoluzionario, in forte espansione. Ma è lecito chiedersi quanto saranno preponderanti nel futuro. A tale proposito De Bartolis ricalca il concetto di nuovo mondo, equiparando la Blockchain alla curva delle varie innovazioni tecnologiche nella storia di Internet, mentre Federico Bo risponde al quesito ricordando le tre fasi del web. La prima in cui si leggeva soltanto, la seconda di scrittura e di creazione di contenuti e infine la terza, quella di oggi, in cui ogni utente può possedere i propri contenuti. Alessandro Izzo, tra gli autori di Twinky Doo’s Magic World, il primo film italiano distribuito tramite NFT, racconta come, con questa modalità, ogni copia digitale viene resa unica, associata ad un token non contraffabile. Secondo Izzo, puntare sul crowdfunding e sulle nuove forme di distribuzione ha il vantaggio di non farsi snaturare l’idea dalle eventuali grandi produzioni, quindi in un certo senso tiene vivo il concetto di indipendenza. Marco Borrelli, dei Marcondiro, band autrice di Con i tuoi occhi, la prima produzione video musicale italiana a diventare un NFT, racconta invece la sua esperienza che nasce da un’idea per trovare nuovi modi per vendere in maniera fruttuosa la bellezza. Marcondiro è stata uno dei primi gruppi musicali a produrre un videoclip in NFT. La cosa più interessante, secondo Borrelli, è che attraverso gli NFT è possibile tutelare le proprie opere in maniera più chiara. Uno strumento che al momento è un embrione, ma che può diventare un bambino e, in futuro, un adulto. Borrelli conclude il discorso parlando delle molte persone che hanno sollevato il problema ambientale, e di come il mercato degli NFT, con la grande quantità di server che tengono insieme tutte queste blockchain, abbiano un costo ambientale molto elevato e siano in contrasto con l’ecologia. In verità, dice Borrelli, lo sviluppo tecnologico potrà portare, come per esempio col nuovo Ethereum, a dover usare sempre meno risorse.

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