RAVENNA NIGHTMARE FILM FEST 2004 – La paura in pillole: il Concorso Cortometraggi

Il RNFF arricchisce l'edizione 2004 con il Concorso Europeo Cortometraggi: una sezione che esplora le ultime tendenze del cortometraggio europeo, alla ricerca dei talenti di domani.

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Giunto alla seconda edizione, il Festival horror della città romagnola offre per la prima volta ai suoi numerosi appassionati il Concorso Europeo Cortometraggi. Una sezione che colma il (parziale) vuoto della precedente edizione e che presenta dieci corti equamente divisi tra muti e parlati, in video e in pellicola, in grado di mostrare alcune delle tendenze della cinematografia europea di genere. Il tentativo è quello di amalgamare i temi più disparati della tradizione horror, dagli zombi allo humour nero alla sperimentazione, dall'orrore che nasce dalla fisicità corporea a quello che ha origine nella propria mente.

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Tra le proposte migliori della sezione, Inside Out (di Oliver Knott, UK 2003) si pone a metà tra la rarefazione da ghost story di The Others e alcuni incubi lynchiani; un donna, sola, nella sua casa, alle prese con i fantasmi perturbanti che affollano la sua mente e le impediscono di separare pienamente la realtà da un'immaginazione alterata dalla malattia.


Ben tre sono, invece, i cortometraggi che affrontano il tema, sempre ricco di spunti, degli zombi (forse il più approfondito dell'intera manifestazione). Il portoghese I'll see you in my dreams, di Angél Vivas, è da un lato un omaggio alla cinematografia horror italiana (i personaggi si chiamano Lucio e Dario…), dall'altro rivela una notevole maestria nel gestire una storia complessa, narrativamente e visivamente elaborata, che forse avrebbe permesso il suo sviluppo in un medio-lungometraggio. Last Blood di Alessandro Izzo, unica opera italiana in concorso tra lungometraggi e cortometraggi, presenta l'epica sfida tra un cacciatore di zombi e i suoi nemici in un paesaggio desolante, alla disperata ricerca di cibo, necessario alla propria sopravvivenza. Strangers in the Night (di James Cotter, Irlanda 2003) è invece un ottimo esempio di commistione di generi: la presenza di zombi cannibali è stemperata da un umorismo demenziale che suggerisce nello spettatore un improvviso straniamento, con impagabili effetti parodistici.

Sullo stesso piano si pone il divertente The Carpenter and his clumsy wife, dell'irlandese Peter Foot. Un falegname è costretto a utilizzare tutta la sua abilità nella lavorazione del legno per fornire alla propria moglie nuovi arti in sostituzione di quelli che, a causa della sua sbadataggine, non ha più. Sorretto da un'indovinata colonna sonora anni Cinquanta e impreziosito dalla voce fuori campo di Jim Sheridan, il corto mescola abilmente vari generi, creando una commedia nera di rara compattezza..


Chi ha visto The Big Shave, uno dei primi corti di Martin Scorsese, non potrà non trovare sorprendenti affinità con lo svedese Dysmorpho (di Martin Kjellberg e Magnus Soderstedt): un giovane individuo alle prese con strane escrescenze che si materializzano sulla propria pelle, davanti allo specchio del bagno in una mattina come tante.


Segnaliamo anche lo spagnolo El tren de la bruja, di Koldo Serra, che racconta con pregevole senso dell'ironia il sadico esperimento compiuto su un uomo a fini "scientifici", e l'opera di Juan Solanas, figlio del regista argentino Fernando, L'homme sans tête, poetica e struggente storia di un uomo senza testa alla ricerca della propria identità e dell'amore, vincitrice del Premio della Giuria al Festival di Cannes 2003. Concludono la rassegna Puca, della tedesca Tanja Boening, nel quale la ricerca sulla sperimentazione delle immagini non si accompagna a un'equivalente attenzione per gli aspetti narrativi, e El ciclo, dello spagnolo Victor Garcia, che ai cinefili horror più attenti non potrà non far tornare alla mente le ossessioni visive di Alien.

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