Regali da uno sconosciuto – The Gift, di Joel Edgerton
Giocando sui contrasti, il dentro e il fuori, la luce e il buio, Joel Edgerton costruisce un meccanismo capace di penetrare fin dentro le pieghe oscure del rapporto di coppia
Non c’è traccia di sconfinamenti dalle parti del regno della ghost story in The Gift, nonostante l’assonanza del titolo rimandi al magnifico film di Sam Raimi. Piuttosto, in questo suo primo lungometraggio, dopo due corti, la firma apposta sulla sceneggiatura di Felony e il soggetto di The Rover, Joel Edgerton guarda, con grande mestiere e la messa a punto di ottimo congegno narrativo, alle atmosfere malate del thriller psicologico degli anni ’80 e ’90, lambendo più di una volta lungo il percorso le traiettorie e i mondi hitchcockiani.
In uno slittamento di senso costruito attorno al tema del dubbio, della colpevolezza e della paranoia, The Gift si prende tutto il tempo necessario per scardinare l’immagine della coppia felice e di successo, interpretata da Jason Bateman e un’intensissima Rebecca Hall. Giocando sapientemente sui contrasti, il dentro e il fuori, la luce e il buio, nell’essenzialità classicheggiante di un respiro che è ben attento a non cedere alla trappola della pretesa di autorialità, Joel Edgerton si affida ai suoi corpi attoriali per costruire un meccanismo capace di penetrare fin dentro le pieghe oscure del rapporto di coppia e mostrare la realtà disturbante e traumatica del suo volto nascosto.
A far vacillare l’equilibrio di Simon e Robyn, con alle spalle un crollo emotivo, appena accennato nel film, e un nuovo presente da ricostruire in un ricco quartiere residenziale alle porte di Los Angeles, è la presenza prima solo sfumata e poi, via via, sempre più inquietante di Gordo, compagno di liceo di Simon con il volto dello stesso Edgerton, che ritorna dalle ceneri di un passato sepolto, portando in dono un conto ancora da saldare. Ma il tema dell’intruso, dell’altro che s’insinua pericolosamente tra Simon e Robyn proiettando sulle loro esistenze e nell’apparente sicurezza delle mura della loro casa un’ombra sempre più ingombrante, più che aprire le porte ad una minaccia che viene dell’esterno, diventa il mezzo attraverso il quale liberare, in una costruzione della tensione costellata di detour imprevisti, il perturbante dell’intimità domestica, che inizia ad affiorare sin dalle immagini di apertura del film, con il volto spaesato di Robyn ritratta dietro un vetro come in un acquario, quasi fosse prigioniera senza vie di fuga dentro la propria casa. Ed è proprio attorno alla fragilità del corpo di Rebecca Hall, al suo abitare gli spazi interni in un crescente disorientamento dello sguardo, con quei i movimenti di macchina ritornanti, che strisciano dentro le ombre che si proiettato sui corridoi e sulle stanze della casa, rendendo sempre più denso il senso di angoscia emotiva nella quale sprofonda il racconto, che The Gift continua a girare, mentre, nel lento moltiplicarsi delle sue linee narrative, Jason Bateman e Joel Edgerton si rimpallano il ruolo di vittima e carnefice.
Titolo originale: The Gift
Regia: Joel Edgerton
Interpreti: Jason Bateman, Rebecca Hall, Joel Edgerton, Beau Knapp, David Denman
Distribuzione: Koch Media
Durata: 108’
Origine: USA, 2015