Roma Fiction Fest 2010 – "ENI si gira", archivio cinematografico ENI
Presentati come Evento Speciale al Roma Fiction Fest, i 45 minuti dedicati alla storia dell’azienda petrolifera italiana e al suo controverso fondatore, non sono esattamente quello che la didascalia inserita nel programma del Rff prometteva (“Sessant'anni di storia raccontati dall'archivio cinematografico ENI”)

Il rapporto tra quest’ultimo e il mondo del cinema italiano è, e sarebbe potuto essere, senz’altro qualcosa di molto interessante. E infatti fu proprio Mattei che, a metà degli anni ’50, decise di fondare un ufficio cinema interno. Furono realizzate diverse piccole opere di valore da registi italiani. Scrittori come Leonardo Sciascia e Alberto Moravia portarono il loro contributo alle sceneggiature. Ettore Scola, allora all’ufficio stampa dell’Agipgas, coniò il fortunato slogan “Il cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote” che accompagnò l’altrettanto fortunato celebre simbolo Eni, scelto tra molti disegni con grande intuito dallo stesso Mattei.
La storia dell’Eni e del suo controverso e geniale fondatore è percorsa attraverso immagini di repertorio accompagnate dal racconto di una voce narrante. Dalla cocciuta riorganizzazione dell’Agip e dalla ricerca ostinata del petrolio e del metano sul territorio italiano fino agli accordi stipulati con i Paesi produttori, che lo resero inviso alle Sette Sorelle e che molto probabilmente sono stati la causa dell’ incidente che provocò la sua morte nel 1962; la prima parte dell’ opera risulta senz’altro un’ utile carrellata storica sulla vita italiana degli ultimi 60 anni.
Purtroppo però, “Eni si gira” si trasforma presto ( subito dopo la cronaca dell’ “incidente” in cui perse la vita Mattei) in un enorme spot colorato, assemblato con immagini patinatissime di kazaki, nigeriani, pakistani e altri fortunati abitanti di Paesi trivellati che sorridono beati davanti alle piattaforme mentre sottofondi new-age li cullano in un futuro di progresso. Addirittura la voce narrante si trasforma in un fastidiosissimo sibilo mellifluo degno delle pubblicità “Mulino Bianco” degli anni ‘80. Davvero un peccato.