Senza tregua, di John Woo

Primo film statunitense del regista che si muove tra Virgilio e Peckinpah, dove la sua ombra aleggia dalla prima all’ultima scena. Ottimo il cattivo Lance Henriksen. Domenica, ore 19, Iris

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Il primo film in terra americana di John Woo inizia con una soggettiva vuota. Il movimento della macchina da presa tende a segnalare la presenza di qualcuno che in realtà non appare. Passa veloce una carrozza/diligenza come fossimo in un western notturno, difficile stabilire il tempo cronologico e lo spazio delimitato.

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John Woo continua il suo cinema, denso, sovraeccitato, spiazzante e proprio in questa opera privilegia la forma alla sostanza in una volontaria separazione manichea tra bene e male. Ogni fotogramma contiene un intento seduttivo verso lo spettatore con posizioni atipiche della macchina da presa, l’uso ossessivo del ralenti, l’attrazione di un montaggio spettacolare che tende a sorprendere. La storia è ripresa dal romanzo The Most Dangerous Game (1924) di Richard Connell che ha dato vita a numerosi adattamenti cinematografici tra i quali il capostipite del 1932 La pericolosa partita.

senza tregua jean-claude van dammeNella Lousiana dei primi anni ’90 il super cattivo Emil Fouchon (Lance Henriksen) e il suo amichetto sadico Pete Van Cleaf (Arnold Vosloo) organizzano una caccia all’uomo per ricchi annoiati. Il bersaglio preferito sono ex marines single e homeless come Douglas Binder (Chuck Pfarrer). La figlia di Binder, Natasha (Yancy Butler), sulle tracce del padre scomparso, incontra il bel Chance (Jean-Claude Van Damme con una capigliatura modello ultimo dei mohicani) che l’aiuta a risalire ai vertici dell’organizzazione criminale. John Woo abbandona ben presto il canovaccio dei “manhunters” come prototipi della alta borghesia rampante che vampirizza le classi più povere e si tuffa in una coreografia piena di fuochi di artificio e di scene al rallentatore. Immancabili colombe e piccioni che intersecano le traiettorie dei proiettili e dei raggi di luce. La citazione è sempre dietro l’angolo: dall’orecchio mozzato de Le iene (1992) di Quentin Tarantino (1992) alla trappola dello spioncino di Opera (1987) di Dario Argento, dagli ambienti della Lousiana di Walter Hill, alle morti iperrealistiche dello spaghetti western di Sergio Leone.

Mentre nelle opere precedenti A Better Tomorrow, The Killer e Hard Boiled sembra Jean-Pierre Melville il nume tutelare, in Hard Target (titolo originale molto più azzeccato) l’ombra di Sam Peckinpah aleggia dalla prima all’ultima scena. Woo insiste molto sugli aspetti fisici e acrobatici, approfittando della grande performance di Van Damme: salti mortali, equilibrismi sulla moto, tachicardiche corse a cavallo, persino un incontro ravvicinato con un serpente. Indistruttibile, the last action hero importato dall’oriente, Van Damme esce indenne da incendi devastanti ed esplosioni iperboliche. L’abilità nelle arti marziali gli consente l’uno contro tutti come nel prologo, quando difende Natasha dall’assalto delle bande di New Orleans.

senza tregua jean-claude van damme yancy butlerHitchcock diceva che un film è tanto più riuscito quanto più efficace è la figura del cattivo: Lance Henriksen regala una delle sue migliori interpretazioni. Alla perfidia e al cinismo (l’inseguimento di una preda in un cimitero rimane tra le scene cult) alterna un insospettabile lato romantico: Emil Fouchon al piano esegue impeccabilmente l’ “appassionata” di Beethoven e poi nel sottofinale regala un ultimo bacio al fido Van Cleaf (il nome richiama il mitico Lee Van Cleef dei western leoniani come Chance cita Un dollaro d’onore di ). Woo inserisce anche personaggi semi fumettistici che tendono a stemperare i picchi di violenza (il film subì numerosi tagli al montaggio rispetto al director’s cut di oltre due ore): su tutti lo Zio Douvee (Wilford Brimley) che tra i fumi alcolici del suo intruglio liquoroso e gli inseguimenti con arco e freccia attraverso le piantagioni della Louisiana, regala le battute più gustose. L’inizio della carriera americana di John Woo rappresenta una splendida vittoria dello stile sul contenuto: parafrasando i “Cahiers du Cinema” più che tra Omero e Godard, il cinema del regista cinese si muove elasticamente tra Virgilio e Peckinpah.

Titolo originale: Hard Target

Regia: John Woo

Interpreti: Jean-Claude Van Damme, Lance Henriksen, Yancy Butler, Kasi Lemmons, Arnold Vosloo, Chuck Pfarrer, Wilford Brimley

Durata: 97′

Origine: Usa 1993

Genere: azione

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