Spider-Man
Sulla falsariga dei Batman di Burtoniana memoria, a Raimi piace insistere sull'aspetto umano della vicenda, intriso di una malinconica atmosfera che ben si adatta ai travagli interiori di un ragazzo poco più che adolescente, supereroe sì, ma pur sempre un ragazzo.
Un languido bacio sotto una pioggia incessante..quante volte si è vista al cinema una scena romantica di tal genere? tante, ma si dà il caso che nell'ultima fatica del talentuoso Sam Raimi il "lui"della situazione sia più speciale della media.. un tizio appeso a testa in giù con indosso una maschera e una calzamaglia blu e rossa, più noto agli amanti dei mitici fumetti Marvel (e non solo) con il nome di Uomo Ragno.
E probabilmente, nonostante le mille acrobazie tra i grattacieli di New York e il tripudio di effetti speciali necessario a spettacolarizzare l'eterna lotta contro il Male, la prodezza che tra qualche tempo più si stamperà nell'immaginario collettivo sarà proprio quella del quantomai insolito bacio tra il supereroe nato quarant'anni fa dalla fervida immaginazione di Stan Lee e la sua amata Mary Jane.
Un bacio la cui"scomoda" posizione sembra suggellare il destino da diverso cui è costretto il giovane Peter Parker, che da timido studentello si ritrova suo malgrado, in virtù di straordinari poteri, a dover difendere il mondo dal Cattivo di turno. E sulla falsariga dei Batman di Burtoniana memoria, a Raimi piace insistere sull'aspetto umano della vicenda, intriso di una malinconica atmosfera che ben si adatta ai travagli interiori di un ragazzo poco più che adolescente, supereroe sì, ma pur sempre un ragazzo. Non è un caso che il film sia costellato di momenti sentimentalmente intensi e ai limiti dell'intimismo, come l'elaborazione di un lutto, la dichiarazione di un amore o la perdita di un amico che ti ha tradito: le complicate ed inespresse tensioni tra i personaggi di "Spider-Man" (zio Ben-Peter, Peter-l'amico Harry, Harry-suo padre Norman, Mary Jane-Harry-Peter, etc.) sottolineano l'inquietante realtà di un'America alla perenne ricerca, ora più che mai, di un deus ex machina che aiuti a esorcizzare un Inferno, domestico o universale che sia.
Se nel precedente "The Gift" era una medium ad operare in tal senso, in "Spider Man" Raimi trova nel funambolico eroe mascherato quello che fa al caso suo. Peccato però che tutta la fase di prologo/presentazione risulti decisamente più interessante di quella che invece sulla carta doveva esserlo, ovvero l'entrata in scena del nostro beniamino.
Forse il perfetto adeguamento allo stile fumettistico, percepibile nel forsennato ritmo e nell'uso di sgargianti colori , fa sì che specie nella seconda parte ( da quando cioè Peter diventa davvero Spider-Man) il tutto rientri nei canonici binari del film di genere, perdendo un po' della sua efficacia iniziale, ma non si può non rimanere sbalorditi di fronte all'inconsueta violenza e alla pirotecnica messa in scena in cui Raimi è maestro indiscusso.
Insomma, nonostante qualche passaggio a vuoto, Spider Man casca sempre in piedi . Forse il suo unico neo è che, date le responsabilità che il potere gli conferisce, non può coronare il suo sogno d'amore con Mary Jane…Un duro prezzo da pagare, ma resta pur sempre il sapore di un bacio che non si dimentica.