The Fifth Thoracic Vertebra, di Syeyoung Park

Eccentrico, drammatico, (poco) spaventoso, è un’horror difficile da inquadrare. Ma, senza grandi pretese, riesce a intrattenere con la sua storia originale. Nuovi Mondi

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Cosa resta dopo che una storia importante giunge al termine? Ci svuota, ci fa soffrire psicologicamente e fisicamente, questo può dar vita a pensieri negativi, fantasmi e mostri del nostro passato. Normalmente, dicendo ciò, non intenderei che può fisicamente dar vita a creature spaventose nate dalla fine della relazione, ma questo non è il caso di The Fifth Thoracic Vertebra, un bizzarro horror coreano di Syeyoung Park presentato nella sezione Nuovi Mondi del Torino Film Festival.

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Una giovane coppia, lei attiva, energica, innamorata; lui indolente, narcolettico e forse depresso. Nonostante il sincero sentimento, tra i due qualcosa si rompe irrimediabilmente. Senza più il sostegno della compagna a lui non resta che sprofondare nella depressione. Mentre i giorni trascorrono inesorabilmente veloci questo malessere prende una forma materiale e, come un fungo, si annida tra le pieghe del materasso condiviso fino a diventare una creatura senziente, che banchetta dei corpi e delle sofferenze degli esseri umani.

The Fifth Thoracic Vertebra rifiuta una narrazione tradizionale, avanza in maniera irregolare tra una situazione e l’altra, in questo modo la strana storia del fantasma nel materasso diventa una cornice in cui si incapsulano una serie di storie melodrammatiche con diversi personaggi e protagonisti. Un caleidoscopio di umanità unità dal filo rosso della sofferenza, al punto che viene spontaneo chiedersi se il fantasma si nutra effettivamente del midollo spinale delle sue vittime o della sofferenza che si annida in profondità nell’essere umano.

Nelle soggettive in POV del materasso esploriamo un mondo di tribolazioni, passando da una donna malata terminale che vorrebbe riunirsi alla figlia, a persone di scarse disponibilità economiche, e diventa interessante notare come la maggior parte delle vittime vivano una vita così povera da non potersi permettere un materasso nuovo ma debbano costantemente riciclare lo stesso letto sporco e consumato. Il flashforward diventa invece il mezzo attraverso cui si esprime il decadimento dei luoghi e delle persone.

Eccentrico, drammatico, (poco) spaventoso, The Fifth Thoracic Vertebra è un’horror difficile da inquadrare. Ma, senza grandi pretese, riesce a intrattenere con la sua storia originale e si inserisce nel novero di quei film, come Rubber di Quentin Dupieaux o il nipponico Dead Sushi, in cui oggetti quotidiani diventano divertenti macchine assassine.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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Il voto dei lettori
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