Una donna promettente, di Emerald Fennell

Nonostante una buona idea di base, il film con Carey Mulligan ragiona fin troppo per segmenti, spaziando fra più toni narrativi senza riuscire a valorizzarli né ad amalgamarli

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Da sempre considerata una ragazza promettente e un’ottima studentessa di medicina, Cassandra Thomas perde il centro della sua vita a causa di un molto doloroso. Una donna promettente racconta un pensiero costante, una vendetta necessaria e inevitabile, un’ingiustizia che non si riesce e non si deve mandar giù. Il film è l’esordio alla regia dell’attrice e sceneggiatrice inglese Emerald Fennell ed è prodotto dalla LuckyChap Entertainment, casa di produzione fondata da Margot Robbie. E in effetti il personaggio di Cassandra potrebbe benissimo essere Harley Queen, priva però di quella insensatezza “jokeriana” e perduta in toni più tristi e malinconici.

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Sfumature emotive che il volto intenso di Carey Mulligan veicola fin dai tempi di An Education, film della danese Lone Sherfig sull’emancipazione della donna. E se An Education era precedente alla diffusione del movimento MeToo, Promising Young Woman si inserisce a ragione in quello che viene definito il filone cinematografico post-MeToo, che indaga le dinamiche di genere e ne svela le ingiustizie, incentrandosi spesso sul concetto di rivalsa o di vendetta del femminile. Da L’uomo invisibile di Leigh Whannel al più esplicito Bombshell di Jay Roach (diretti da uomini, va detto, se si vuole ragionare sulla questione tutta attuale  del punto di vista) a film come Birds of Prey, scritto e diretto da Cathy Yan o Wonder Woman di Patty Jenkins. E ancora, cambiando genere, Greta Gerwig con le sue Piccole Donne e il concetto di sorellanza esteso oltre al semplice legame di sangue.

Passando alla serialità invece c’è Phoebe Waller-Bridge con Fleebag o Amy Sherman Palladino e la sua Mrs. Maisel. Anche Emerald Fennell viene dalla scrittura seriale, con alle spalle sei episodi di Killing Eve e sei di Drifters, sitcom inglese mai trasmessa in Italia che esplora le vicende di tre coinquiline dopo la laurea. E Una donna promettente sembra proprio soffrire della sindrome del passaggio dal tempo episodico a quello ben diverso del lungometraggio. Nonostante i colori sgargianti e una buona idea di base, il film di Fennell è poco incisivo, e sembra ragionare per segmenti, spaziando fra più toni narrativi senza riuscire a valorizzarli né ad amalgamarli. Il genere revenge non trova mai davvero libero sfogo o soddisfazione nelle immagini e di conseguenza anche l’identità di black comedy non ha il coraggio di essere davvero black e fatica a divertirci  con i suoi richiami comedy. Succede anche nell’inframezzo romantico con il comico americano Bo Burnham nei panni di Ryan e, nonostante la bravura di Carey Mulligan, anche la tragicità degli eventi non è densa al punto da essere tangibile.
Ed è forse nell’aspetto drammatico che più ravvisiamo la dipendenza dalla serialità e nello specifico da certi format televisivi… Proprio l’evento tragico che cambia l’esistenza di Cassandra assume i toni (senza nulla a levare) di un caso alla Law & Order.
Insomma Una donna promettente è fin troppo esplicito nelle intenzioni ma al contempo sfuggente, in un modo che lungi dall’affascinarsi ci lascia piuttosto indifferenti.

Titolo originale: Promising Young Woman
Regia: Emerald Fennell
Interpreti: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Jennifer Coolidge
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 113′
Origine: USA, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
2.49 (37 voti)
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    Un commento

    • Rebecca Zanre'

      Il film non vuole essere un revenge movie. Porta personaggi come Lisbeth Salander nel mondo delle donne reali, con le loro reali possibilità. Il film è deliberatamente diviso in atti per sfatare il mito che ad una giovane donna la cui vita sia stata deragliata da un evento passato possa essere “salvata” dall’amore per un “bravo ragazzo”. È un’analisi feroce di come le donne contribuiscono al sessismo, di come i bravi ragazzi sono in realtà ignavi e come il sistema giudiziario sia uno scherzo.