VENEZIA 60 – "Per quanto mi riguarda "The dreamers" è un film talmente personale che sono sorpreso di non essere qui in vestaglia." – Incontro con Bernardo Bertolucci

''Il '68 e' stato censurato dai genitori di oggi che lo considerano un fallimento''.
Bernardo Bertolucci spiega così il motivo che l'ha spinto ad affrontare il tema del '68 nel film 'I sognatori' presentato fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia.

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Come è nata l'idea di raccontare il '68 nel modo personalissimo in cui è stato vissuto dai tre giovani protagonisti?

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All'inizio volevo fare il terzo atto di "Novecento" ma poi trovavo che c'era troppa ideologia in me per poter affrontare un argomento del genere. Così ho pensato che mi sarebbe interessato riportare uno spirito di speranza che c'era in un periodo che ho vissuto. Alla sera si andava a dormire sapendo che ci saremmo svegliati nel futuro, che avremmo partecipato al cambiamento del mondo. Mi sembra che la società di oggi non permetta sentimenti di grandi speranze se si eccettuano i giovani dei movimenti. Dunque perché non raccontare ai giovani una storia di grande speranza censurata dai genitori. Quella censura e' stata un errore, il 68 e' stato l'inizio di cose importantissime, in quell'anno e' esploso il femminismo. Ma oggi e' come se i giovani non sapessero niente del '68 ed e' un'ingiustizia storica'. Per quanto mi riguarda "The dreamers" è un film talmente personale che sono sorpreso di non essere qui in vestaglia.


 


La dimensione della sessualità è il principale filtro attraverso cui vengono raccontati quei concitati giorni. Problemi con la censura?


 


L'eros e la liberazione dei corpi sono stati temi forti con cui tutti in quel periodo hanno dovuto fare i conti. Il sesso che i tre giovani sperimentano, tra apparente spregiudicatezza e paure segrete, non ha niente di morboso. Solo in America è stato visto in modo errato ed hanno vietato la pellicola ai minori di diciasette anni. Una condanna pesante, visto che le Major non distribuiscono film vietati l'alternativa è tra il farlo uscire mutilato o il non farlo uscire affatto. E invece questo sesso è innocente e romantico come i tre protagonisti.


 


Nel film la narrazione si sviluppa anche attraverso le dichiarazioni d'amore, dirette e indirette,  per i grandi registi del passato.


 


Nella pellicola ci sono citazioni esplicite di alcuni miei titoli del cuore, da "Band à part" di Godard a "Mouchette" di Bresson, e anche molte citazioni segrete: la situazione claustrofobia allude a "L'angelo sterminatore" di Bonuel, ma la più inconscia, di cui io stesso mi sono accorto solo a metà delle riprese, è "Jules e Jim". Un amore a tre delicato e sconvolgente, proprio come l'amore che unisce i tre ragazzi. Per la prima volta nella mia vita ho avuto la sensazione della paternità.


 


A proposito di padri, anche quelli con una visuale più aperta non sembrano capire cosa succede ai loro figli in anni tanto delicati…


 


Per i genitori di Theo e Isabelle sorprenderli nudi e addormentati con un loro amico è un grande choc davanti il quale non riescono a fare di meglio che svignarsela. Una scena primaria rovesciata. Il '68 è stato molto destabilizzante anche per i padri: sono rimasti fuori dalla porta a guardare.


   


 


Inevitabile parlare delle analogie che legano "The Dreamers" a "Ultimo tango a Parigi".


 


Di comune c'e' Parigi, una città che segna l'inizio e la fine di un'epoca. In "Ultimo tango" lo spirito trasgressivo degli anni '60 portava ad un finale tragico, qui c'e' una leggerezza che probabilmente non avevo ai tempi in cui ho girato "Ultimo tango a Parigi".


 


Come Lei anche Marco Bellocchio ha raccontato anni complessi ed estremamente importanti per gli equilibri successivi della Storia del nostro paese e non solo.


 


Gli anni '60 non finiscono secondo me nel '69 ma con la morte di Aldo Moro nel '78. Una pagina nera ancora avvolta in troppi misteri. Lì finisce il sogno di un'intera generazione ed io sono curiosissimo di vedere il film di Bellocchio.

Ieri prima di partire per Venezia ho trovato due pave' nel mio studio. Ne ho preso in mano uno ed era di gomma. Mi e' venuta voglia di venire qui e tirarlo verso di voi (i presenti alla conferenza stampa) ma poi ho pensato che sarebbe stato troppo ose' e troppo sessantottino come gesto''.

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