#Venezia76 – Incontro con Soderbergh, Streep e Oldman per The Laundromat

Incontro con Steven Soderbergh, Jake Bernstein, Meryl Streep e Gary Oldman per la presentazione di The Laundromat, “dark comedy” in concorso a #Venezia76

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Steven Soderbergh presenta a Venezia 76 The Laundromat, dramma poliziesco in corsa per il Leone d’oro, a dieci anni dal suo primo approdo al Lido con The Informant! (fuori concorso). Insieme al regista partecipano alla conferenza stampa Jake Bernstein, autore del libro d’inchiesta da cui è tratto il film (Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite – 2017), e gli attesissimi Gary Oldman e Meryl Streep. Dei membri del cast sono assenti Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenaerts, James Cromwell, Sharon Stone.

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La moderatrice Giulia D’Agnolo Vallan presenta gli ospiti, accolti con entusiasmo alla platea ghermita, e invita il regista a parlare del modo in cui egli è riuscito a creare una struttura narrativa brillante e anti-convenzionale, invece del classico film investigativo sullo scandalo dei Panama Papers. Dalla proficua consultazione di Soderbergh e dello sceneggiatore Scott Z. Burns con l’autore Bernstein si è delineata una sorta di «dark comedy», in grado di istruire e al tempo stesso intrattenere il pubblico in merito a un argomento cupo e complesso («Avrebbero potuto riuscirsi solo Soderbergh o Bertold Brecht, oppure Bertold Brecht attraverso il corpo di Soderbergh», scherza la Streep al riguardo). 

La sceneggiatura, linea guida imprescindibile per il lavoro degli attori sul personaggio, possiede tratti fortemente umoristici (viene citato il divertissement insito nei siparietti divertenti, come il dialogo tra Banderas e Oldman sulle mucche e sulle banane!), ma anche momenti di serietà in cui Ellen (Streep) appare come la vittima principale, motivata incessantemente dal lutto (più che dalla sete di denaro) nella sua ricerca di verità. 

Oldman elogia «l’approccio antologico» di Soderbergh al lavoro, caratterizzato da una serie di sezioni individuali unificate da una partitura sapientemente articolata e spesso pesantemente modificata in fase di montaggio e post-produzione (in questo caso, con un totale di oltre trentacinque minuti di materiale girato e successivamente tagliato). 

Entrambi gli attori protagonisti, dichiaratisi grandi ammiratori di Soderbergh, spendono parole lusinghiere per la sua meticolosità, precisione, impegno in ogni fase della lavorazione (regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, luci…). Egli stesso ammette la necessità di adattarsi alla tecnologia e alle nuove modalità comunicative (a partire dalle riprese in “real time”) per esprimersi in modo più dinamico, veloce, libero.

La piattaforma scelta per la distribuzione di massa della pellicola (al cinema dal 27 settembre e disponibile anche su Netflix dal 18 ottobre) rappresenta un’occasione per diffondere il più possibile un messaggio di speranza e resistenza «per tutte le persone che continuano a morire per la libertà», per sensibilizzare e responsabilizzare il pubblico riguardo allo «scherzo oscuro di cui siamo tutti vittima», al pari dei giornalisti investigativi morti vittime di attentati.

Un fragoroso applauso, commosso e partecipato, accompagna l’uscita trionfale delle star dalla sala.

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