1303, di Michael Taverna

1303 di michael taverna

Arriva dal 2012 lo sciatto remake del giapponese Apartment 1303, con Mischa Barton, l'ex Marissa Cooper di The O.C. Fra ingenuità tecniche, scelte di casting sbagliate e cliché mal funzionanti, Michael Taverna e i suoi collaboratori tentano sciattamente di tirar via un film che non riesce mai a stare in piedi, non spaventa, non diverte.

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1303 di michael tavernaL'estate sta (faticosamente) arrivando, i fondi di magazzino anche.
Nella prima metà di 1303, una battuta di Mischa Barton, che si lamenta di non avere neanche più i soldi sufficienti per poter fare la spesa, toglie ogni eventuale dubbio sulla natura puramente alimentare della presenza dell'ex Marissa Cooper di The O.C. in questo piccolo e insignificante horror di serie B diretto svogliatamente da Michael Taverna.

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Remake, datato 2012, del giapponese Apartment 1303 di Ataru Oikawa, il film resta fedele alla traduzione infelice dell'horror nipponico in terra americana (fatta eccezione per alcuni picchi d'autore come il The Ring di Verbinski), svuotati di ogni rimando culturale alla presenza degli spettri, utilizzati come mero spauracchio per corpi e case possedute.

Un terzetto di donne sull'orlo di una crisi di nervi – madre ex cantante folk col successo portato via dalla bottiglia e le sue due bionde figlie – sono al centro del plot che vede la più giovane delle due trasferirsi in un appartamento per recidere il legame con la presenza tossica della madre (e dispiace vedere Rebecca de Mornay in questa produzione…). Ma da subito, strane apparizioni finiranno per portarla alla morte, come già  prima di lei, molti anni prima, una ragazza di nome Jennifer, vissuta col cadavere putrefatto della madre in un armadio per sei mesi.

apartment 1303Come in Psycho, Taverna usa questa falsa protagonista (chissà se il nome del personaggio, Janet come la Leigh di Hitchcock, è una coincidenza), per dare poi risalto, nella seconda parte del film, alla sorella, la "diva" Mischa Barton, che insieme al fidanzato cercherà di far luce sul mistero, mentre il rapporto già difficile con la madre arriva all'esasperazione.
Qualche spunto sulla predestinazione ci sarebbe anche, ma lo script e la messa in scena si assestano su un livello tale di amatorialità e dilettantismo da spegnere qualunque fiamma.

Da ingenuità tecniche, come le accelerazioni di passo dei fantasmi e lo skyline newyorkese sullo sfondo probabilmente affidati a stagisti neofiti di After Effects, alle scelte di casting sbagliate – la Janet della rifattissima Julianne Michelle è più spaventosa come anoressica dalle labbra al collagene che come spettro – a cliché mal funzionanti (sul serio possiamo ancora spaventarci per bambine nei corridoi e laidi custodi dalla libido poco a freno?) Taverna e i suoi collaboratori tentano sciattamente di tirar via un film che non riesce mai a stare in piedi, non spaventa, né diverte.

 

Titolo Originale: Id.
Regia: Michael Taverna
Interpreti: Mischa Barton, Rebecca De Mornay, Julianne Michelle, Corey Sevier, John Diehl, Kathleen Mackey, Jessica Malka Origine: USA, 2012
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 85'

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