A cielo abierto, di Mariana Arriaga e Santiago Arriaga

On the road appassionante per far riemergere le profonde conseguenze di un atroce lutto, che perseguita due giovani fratelli nel profondo Messico. VENEZIA80. Orizzonti

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A due anni dalla tragica scomparsa del padre in un incidente stradale, i due figli Salvador e Fernando, insieme alla sorellastra Paula, figlia del nuovo marito della mamma vedova, partono sulle tracce del camionista coinvolto nello scontro frontale. Oppresso da una nuova situazione familiare, con un patrigno ad invadere gli spazi del papà scomparso, Fernando, il fratello maggiore, coinvolge Salvador in questa avventura “on the road”, approfittando della vacanza dei genitori di due settimane in Spagna. Fernando è deciso ad andare fino in fondo e porta con se la pistola del patrigno all’insaputa di Paula, ignara di tutto e convinta di partire per un tour di piacere. Invece bisogna trovare e uccidere il colpevole del fatale incidente che vive nel nord del Messico e per farlo si attraverserà il Paese e i suoi paesaggi più aspri. Sarà un lungo viaggio colmo di incertezze e disavventure, in cui nasceranno nuove dinamiche e in cui si riaprirà quella atroce ferita. Ripercorreranno il tragico tragitto da poter rivivere il trauma che ha visto protagonista Salvador, vivo per miracolo e recuperato dalle lamiere dell’auto distrutta.

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Le paure più profonde torneranno a galla e si presenterà l’occasione decisiva per avere un confronto diretto con il passato che li perseguita in ogni momento della loro esistenza. I fratelli Arriaga indagano le profonde conseguenze della perdita e del lutto, affrontando un dolore indicibile e riflettendo sulle scelte che plasmano la strada verso la redenzione. Ritornare sul luogo del dramma, evocando immagini vive dei paesaggi, dei personaggi e dell’odissea che abbraccia tutta la storia. Opera riuscita che spinge ed affonda i colpi sino al cuore. Si diceva, A cielo abierto è un “on the road” che gestisce i ritmi degli eventi senza strafare, arricchendosi di quello sguardo intimo sulle dinamiche adolescenziali. Da sottolineare l’apporto non certamente secondario delle musiche di Ludovico Einaudi, il quale non ricorre a virtuosismi, ad arpeggi sofisticati o anche semplicemente a frasi avventurose. Riesce così a seguire il tratto visivo segnato dagli autori fatto magari di pochi colori e molte sfumature, fatto di sottili cicli che portano alla quiete dopo la tempesta. Non una pretesa quest’ultima, ma una condizione necessaria alla vita.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
4.75 (4 voti)
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