Aline. La voce dell’amore, di Valérie Lemercier

Un film che non vorrebbe scontentare nessuno, ma che finisce per essere un prodotto anonimo e facilmente dimenticabile.

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Liberamente ispirato alla vita della cantante canadese Celine Dion, Aline. La voce dell’amore racconta la storia di Aline Dieu, ultima di una famiglia di tredici figli. Fin da piccola Aline (Valérie Lemercier) dimostra una notevole estensione vocale e talento musicale. Quando la sua famiglia riesce finalmente a farle avere un’audizione con il manager discografico Guy-Claude Kamar (Sylvain Marcel), la sua carriera si avvia su un percorso destinato alla fama. Dai primi successi internazionali fino alla consacrazione mondiale per la vittoria dell’Oscar alla miglior canzone con My Heart Will Go On (colonna sonora di Titanic), la cantante è sempre affiancata da Guy-Claude. L’ammirazione per lui si trasforma ben presto in qualcos’altro, e la diciassettenne Aline non può contenere il suo amore per l’uomo che tanto ha creduto in lei. Nonostante l’abbia sostenuta nella sua carriera, stavolta la famiglia avrà qualche difficoltà ad accettare che la giovane figlia si fidanzi con un uomo sulla soglia dei quarant’anni e con due matrimoni falliti alle spalle. La coppia dovrà dimostrare che quello che corre tra i due è vero amore e non la semplice infatuazione di una ragazzina.

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Raccontare la storia di una star internazionale come Celine Dion è un’operazione delicata. Da una parte si corre il rischio di deludere la vasta platea di fan della cantante, che conoscono la sua storia e vorrebbero rivederla riprodotta fedelmente; dall’altra non si sta realizzando un documentario e romanzare certi avvenimenti è un elemento necessario. In tutto ciò si deve far attenzione a non scontentare la diva in questione, soprattutto per un biopic non ufficiale come questo, o si rischia di perderne l’endorsement e l’appoggio. In questa giungla spinosa sembra perdersi Valérie Lemercier e, nonostante la vita di Dion offra più di uno spunto emotivo, il suo film non riesce mai a diventare realmente interessante, risultando privo tensione drammatica.

Forse è la pura di scontentare tutti che spinge Lemercier ad adottare per il film un approccio quasi religioso, esplicitato fin dalla scelta del cognome della sua protagonista (Dieu, cioè dio in francese). Aline/Celine viene trattata come un’icona sacra: perfetta, intoccabile e allo stesso tempo lontana dal pubblico e poco umana. Nonostante ci sia più di un’occasione per mostrare il lato emotivo del personaggio, i passaggi più drammatici sono risolti nell’arco di pochi minuti, in maniera superficiale, senza che Aline sia mai pervasa da un timore o un dubbio. Non importa che la cantante stia affrontando la morte del padre, le opposizioni della famiglia al rapporto col manager, la malattia di questo o il rischio di non cantare mai più. Tutto viene superato senza perdere l’aspetto naïf e ingenuo che caratterizza il film. Ci si aspetterebbe che una cantante all’apice della carriera, che vive per la musica, abbia più di qualche dubbio nel momento in cui le viene detto che potrebbe non cantare mai più in vita sua a causa di un problema alle corde vocali.

Una delle scelte più bizzarre (e infelici) della regista è senza dubbio quella di voler interpretare la cantante in ogni momento della sua vita, compresa l’infanzia. La conseguenza è che una lunga porzione del film la vede rimpicciolita e ringiovanita tramite computer grafica, come una Benjamin Button al femminile. Un effetto che decisamente non riesce ad emergere dall’uncanny valley in cui precipitano i lavori di grafica che suscitano sensazioni di sconforto e disagio nell’audience. Viene da chiedersi se non sarebbe stato meglio utilizzare un’attrice vera, soprattutto perché in un film privo di svolte narrative ad effetto, o di momenti degni di nota, l’immagine che più resta impressa nella mente dello spettatore è l’unica che è riuscita veramente a colpirlo: il volto di una cinquantasettenne posizionato sul corpo di una dodicenne.

 

Titolo originale: id.
Regia: Valérie Lemercier
Interpreti: Valérie Lemercier, Sylvain Marcel, Danielle Fichaud, Roc Lafortune, Antoine Vézina, Pascale Desrochers, Jean-Noël Brouté, Sonia Vachon
Distribuzione: Lucky Red, Universal Pictures
Durata: 128′
Origine: Francia, Canada 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.8
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Il voto dei lettori
1.8 (5 voti)
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