Baisho Chieko è premiata con il Gelso d’Oro alla carriera al Far East Film Festival 2023 (21 – 29 aprile). L’artista nipponica, protagonista di una lunga filmografia, si è stupita dell’invito del festival italiano e così ha dichiarato: “Quando ho saputo che ero stata invitata al Far East Film Festival di Udine e che avrei ricevuto un premio mi sono detta: “Davvero? Che sorpresa! Il Gelso d’Oro alla Carriera celebra tutto il lavoro che ho svolto da quando sono entrata nel mondo del cinema! Sono davvero felice che i miei ruoli da attrice vengano apprezzati anche all’estero: i film sono proprio qualcosa di meraviglioso… Ringrazio di cuore tutto lo staff del FEFF e, ovviamente, prometto che continuerò a recitare con passione e dedizione…”.

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L’attrice acquisisce un notevole successo nel paese natio grazie alla partecipazione alla serie cinematografica Tora-san, tra il 1969 e il 1995. Successivamente, la collaborazione con il regista Yamada Yoji continua in A Distant Cry of Spring (1980), film che le consente di ricevere un Hōchi Film Awards come miglior attrice. Indimenticabili restano le partecipazioni come doppiatrice a film come Kimba – La leggenda del leone bianco (1997) e Il castello errante di Howl (2004). Nel contesto del festival di Udine sono stati scelti per il pubblico italiano i suoi primi due lavori: Tora-san (1969) e Where Spring Comes Late (1970). Tuttavia, sarà presentato anche il suo ultimo film, Plan 75 (2022), già vincitore della menzione speciale Camera d’Or a Cannes e in uscita nei cinema italiani l’11 maggio sotto il segno della Tucker Film.

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Plan 75 (2022), diretto da Chie Hayakawa, si presenta come un dramma sociale che tocca i problemi del Giappone contemporaneo. Qui, l’emergenza nazionale si esplicita nell’invecchiamento generale della popolazione che va a riflettersi nella crisi del welfare nazionale. Lo Stato, allo scopo di incidere sul problema, non può che affidarsi all’eutanasia generale che trasforma il percorso umano dal dilemma etico a una semplice prassi burocratica. Anche in questa performance, Baisho Chieko, dall’alto dei suoi 81 anni, sottolinea le difficoltà tra una modernità unilaterale e la perdita della dimensiona umana.

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