Berlino, di Álex Pina ed Esther Martínez Lobato

Un percorso, narrativo quanto visuale, che ha completamente perso il suo ancestrale impeto rivoluzionario per concentrarsi sempre di più su una fasulla tensione sessuale e sentimentale. Su Netflix

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Felicità. La chimera evocata dalle parole del brano di Albano e Romina Power riecheggia all’alba dell’ultima puntata della prima stagione di Berlino, serie prequel/spin-off del fenomeno mass mediale La casa di carta. Le note del celeberrimo singolo italiano reinterpretate in un duetto (volutamente?) esilarante al karaoke sono quasi uno scossone che risveglia lo spettatore dal torpore generato e consolidato dalle precedenti sette puntate.

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Effettivamente, quel siparietto cantato in cui Berlino (Pedro Alonso) e il suo fidato braccio destro Damián (Tristán Ulloa) si improvvisano coppia di cantanti durante un rinfresco matrimoniale rappresenta il cuore della serie, raccontando meglio di qualsiasi altra sequenza l’identità cinematografica del nuovo progetto di Álex Pina ed Esther Martínez Lobato. Un percorso, narrativo quanto visuale, che ha completamente perso il suo ancestrale impeto rivoluzionario per concentrarsi sempre di più sull’individualità di ciascun personaggio e i vari intrecci sentimentali che si sviluppano all’interno della banda di rapinatori.

Il punto di partenza è presto detto. Ci troviamo ad una festa nella campagna spagnola. Una banda di criminali, travestiti da poliziotti, fa irruzione nell’edificio per rapinare un calice antico. La rapina, ovviamente, non è fine a se stessa: il calice è lo strumento necessario per compiere un colpo ben più importante. Ritroviamo, infatti, la banda composta da Berlino, Damián, Keila (Michelle Jenner), Cameron (Begoña Vargas), Roi (Julio Peña Fernández) e Bruce (Joel Sanchez) a Parigi, pronta a mettere in atto un piano, geniale quanto articolato, per svaligiare la casa d’aste più importante della Capitale francese, nella quale sono stati raggruppati alcuni diamanti dal valore complessivo di 44 milioni di euro. Per compiere l’impresa è necessario seguire il piano nei minimi dettagli, ma l’imprevisto si trova dietro l’angolo della strada…

Il grande archetipo dell’Heist movie decostruito, scomposto e riassemblato in una forma innovativa e (a suo modo) rivoluzionaria dal celeberrimo “progetto madre” La casa di carta, diventa, nel suo primo spin-off, un gigantesco MacGuffin, l’ennesimo trucco di magia metacomunicativo (ma in questo caso il meno riuscito) per la definitiva decostruzione della serialità di genere. A più riprese si ha la netta sensazione che ciò che più interessa a Pina e Martínez Lobato sia quello di restituire, in tutta la sua artificiosità emotiva, il clima da soap opera e il sensazionalismo che permea i diversi triangoli amorosi e i rapporti sentimentali che si creano tra i vari protagonisti coinvolti. L’anatomia di un colpo, il suo racconto passo per passo che ha costruito l’identità formale narrativa del franchise spagnolo cede il posto ad un’altra anatomia, quella più facilona e superficiale delle relazioni sentimentali e del percorso che ognuno di noi deve e può fare per raggiungere l’agognata felicità. 

Amori di una notte, relazioni che durano una vita. Il vero “colpo”, per Berlino e i suoi compagni, è trovare quella scintilla, quel “pensiero che sa di felicità”, per ricollegarci al brano di Albano e Romina. Il problema è che la grande seduta di psicoanalisi su amore e relazioni che la serie tenta di portare avanti, seguendo (giustamente) l’estetica pop de La casa di carta, si incaglia in uno sviluppo narrativo piuttosto blando, a tratti ripetitivo, che va a sfaldarsi puntata dopo puntata. In questo senso, la debole costruzione caratteriale dei membri della banda è forse la delusione più grande. Il sentimento di rivalsa nei confronti della vita e della condizione sociale in cui si trova ciascuno di loro, per motivi differenti, la rielaborazione del concetto stesso di giustizia di cui, noi pubblico eravamo il bersaglio prescelto qualche anno fa, viene costantemente accantonato, per portare in primo piano una fasulla tensione sessuale e sentimentale, copia carbone di un certo tipo di serialità che ha tantissimo da “farci vedere” ma ben poco da mostrarci.

 

Titolo originale: Berlín
Creato da: Álex Pina, Esther Martínez Lobato
Interpreti: Pedro Alonso, Michelle Jenner, Tristán Ulloa, Begoña Vargas, Julio Peña Fernández, Joel Sánchez, Samantha Siqueiros, Masi Rodríguez
Distribuzione: Netflix
Durata: 8 episodi tra 42′ e 60′
Origine: Spagna, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
2.33 (3 voti)
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