#Cannes68 – Da Ozu a Hou Hsiao Hsien. I sentimenti secondo Kore-eda

Alla conferenza stampa di Umimachi Diary, il regista giapponese ha parlato dei suoi maestri, delle caratteristiche del suo film e della soddisfazione di essere tornato sulla Croisette

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Non è stata soltanto la giornata di George Miller e Mad Max. Un altro grande film è infatti passato per la Croisette, il secondo dopo Il racconto dei racconti di Matteo Garrone che si contenderá la palma d’oro. Parliamo di Umimachi Diary di Hirokazu Kore-eda, che torna a Cannes a due anni di distanza dal Gran Premio della giuria vinto con Like Father Like Son. “Per me è sempre un onore portare ogni mio nuovo film a Cannes e spero di far vedere qui anche i miei lavori futuri” ha detto il cineasta giapponese. “Sono interessato a capire l’impatto che questo mio film puό avere qui”.

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Una sensazione condivisa anche dall’attrice protagonista Ayase Haruka: “Sono impaziente di vedere come il film verrá accolto in occidente, perché è una storia molto giapponese nello stile, che racconta la bellezza delle stagioni”.

Umimachi diary è un film tutto al femminile, intimo e commovente come il precedente diretto da Kore-eda. E dopo alcune immagini affiora subito l’atmosfera e la purezza del cinema di Ozu. Un riferimento che l’autore certamente riconosce, ma rivendicando la sua unicitá di sguardo. ”Tutte le volte che vado all’estero o in Europa le persone spesso fanno riferimento a Ozu parlando dei miei film e questo per me è un comp0limento enorme. E probabilmente mi rendo conto che in Umimachi Diary ci sono delle somiglianze che hanno a che vedere con i sentimenti umani, con il trascorrere del tempo e con il modo in cui le cose cambiano e si evolvono nelle nostre vite. Perό non ho mai chiesto alle mie attrici di vedere i film di Ozu per preparare i loro ruoli”.

Da Ozu a Hou Hsiao Hsien, un altro importate punto di riferimento per Kore-eda. Quando un giornalista di Taiwan gli fa notare che anche quest’ultimo sará in competizione per la palma d’oro, il regista di Umimachi Diary si dice lusingato. “Per me lui è un punto di riferimento molto forte, quasi una figura paterna e sono onorato di concorrere insieme a lui.”

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